Page 86 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE 86
soccorso dei combattenti e delle loro famiglie. Così come accadde che le migliaia
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di donne impegnate nell’assistenza diventassero, indipendentemente dalle loro inten-
zioni, una risorsa sociale per la guerra. Le iniziative del volontariato femminile si
collocano nell’ambito delle attività della mobilitazione civile (Comitati di assistenza e
propaganda, Opere federate, organismi ministeriali ) e assumono il carattere di una
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burocratica e gerarchica organizzazione di servizi socio-sanitari.
Le donne che praticano l’assistenza sono sensibili al clima politico della mobili-
tazione, ma raramente manifestano adesione alla guerra. Dallo spoglio della pubblici-
stica e delle riviste femminili più impegnate a sostenere la guerra, si può rilevare come
sia molto limitato il numero delle volontarie coinvolte attivamente nella propaganda.
A farlo sono, in genere, quelle che hanno incarichi direttivi o di responsabilità nei
comitati e nell’associazioni di assistenza. Per i ruoli che svolgono sono donne, più
di altre, a contatto, con i vari “agenti” (politici, militari, culturali) della mobilitazione.
Inoltre, la particolare visibilità nel campo dell’assistenza sollecita un protagonismo
nella sfera pubblica. Non è un caso isolato quello di Brigida Rossi, un’insegnante che
ha un ruolo importante nell’organizzazione dell’Ufficio Notizie. La partecipazione
alla mobilitazione la porta ad assumere posizioni di nazionalismo e sosterrà, prima,
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l’impresa di Fiume, poi il fascismo.
La maggior parte delle donne che si mobilita non esce “dal silenzio” delle opere.
Solo a partire dal 1917, il clima di revanscismo nazionalista che seguì la “rotta” di Ca-
poretto sollecitò prese di posizione a favore della guerra. È il caso della manifestazio-
ne per la “resistenza interna” organizzata a Milano, del dicembre 1917, dall’Unione
Femminile Nazionale, che, in questa città, gestiva gran parte dei servizi di assistenza .
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53 Per queste e altre élite femminili impegnate oltre che nella propaganda nell’assistenza: De Giorgio
Michela, Le italiane dall’Unità ad oggi, Roma-Bari, Laterza, 1992; Federica Falchi, L’itinerario politico di
Regina Terruzzi. Dal mazzinianesimo al fascismo, Milano, Franco Angeli, 2008; A. Molinari, Una patria per
le donne, cit., Stefania Bartoloni, Margherita Sarfatti. Una intellettuale tra nazione e fascismo, in Di generazione
in generazione. Le italiane dall’Unità a oggi, a cura di Maria Teresa Mori, Alessandra Pescarolo, Anna
Scattigno, Simonetta Soldani, pp. 207 – 220.
54 Si rimanda agli studi di Andrea Fava già citati.
55 Gida (Brigida) Rossi, Da ieri a oggi. (Le memorie di una vecchia zitella), Bologna, Cappelli, 1934. Sulla
figura di Brigida Rossi: Mirella D’Ascenzo, Brigida Rossi in Dizionario Biografico dell’educazione, 1800
– 2000, a cura di G. Chiosso, Roberto Sani, Milano, Editrice Bibliografica, 2013, vol. II, p. 434;
EADEM, Le “Memorie di una vecchia zitella” di Gida Rossi. Tra narrazione e rappresentazione di genere, in
«Rivista di storia dell’educazione», 2014, n. 2, pp. 57 – 67.
56 Schiavone, Interventiste nella Grande Guerra, pp. 272 – 274.
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