Page 72 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE 72
tori “assistenziali”, il che suscitò le proteste delle Leghe, formate da donne che avevano
anche esse i mariti al fronte e che vedevano nei Laboratori una concorrenza sleale .
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Questo particolare settore di lavoro femminile in guerra è stato ben studiato da
Beatrice Pisa , che ne ha evidenziato i problemi: le donne che lavoravano nei Labo-
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ratori per le famiglie dei richiamati, non esperte come le sarte professioniste, spesso
consegnavano ai militari merce scadente o non rispettavano le norme dei capitolati.
Nonostante le proteste dei committenti però, proprio per il carattere assistenziale che
questo tipo di attività ricopriva, i Laboratori femminili di forniture militari andarono
avanti, in tutta Italia, per l’intera durata della guerra; non si poteva sospendere un’atti-
vità che, con tutti i suoi limiti, assicurava comunque un aiuto alla popolazione.
A proposito di lavoro femminile durante la guerra non si può dimenticare l’e-
sperienze di quelle donne, soprattutto delle zone di confine che, alle dipendenze del
Comando supremo, lavoravano come portatrici 15
Veniamo infine al settore forse più nuovo del lavoro femminile in guerra, quello
delle donne impiegate come telefoniste, telegrafiste, segretarie, archiviste, non solo nei
tanti istituti nati con la guerra, ma anche nella grande industria o, sempre per la sosti-
tuzione degli uomini richiamati, nelle banche e nella grande distribuzione . Si trattava
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naturalmente di donne alfabetizzate, che però in molti casi entravano per la prima volta
nel mercato del lavoro e che con questo impegno cumulavano fondamentali esperienze.
Molte informazioni sul loro lavoro sono nel libro citato di Barbara Curli che per la pri-
ma volta ha fornito un quadro analitico di queste realtà.
Per quanto riguarda l’amministrazione postelegrafonica, ad esempio, il settore risen-
tì fortemente delle trasformazioni indotte dalla guerra, come ha notato Marina Gian-
netto, con una femminilizzazione degli uffici pubblici, anche per la diffusione massiccia
della dattilografia .
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La possibilità per molte donne di ceto medio, soprattutto nelle grandi città, di tro-
13 Mi permetto di rinviare al mio lavoro Combattenti senza divisa. Roma nella grande guerra, Bologna, Il
Mulino, 1995, pp. 322-27.
14 Pisa B., Un’azienda di stato a domicilio: la confezione di indumenti militari durante la grande guerra, Bologna,
Il Mulino, 1989.
15 Ermacora M., Cantieri di guerra. Il lavoro dei civili nelle retrovie del fronte italiano (1915-1918), Bologna, Il
Mulino, 2005 .
16 L’altra metà dell’impiego. La storia delle donne nell’amministrazione, a cura di Chiara Giorgi, Guido Melis,
Angelo Varni, Bologna, Bononia University Press,2005.
17 Giannetto M.,”Tre lire al giorno, pazienza, attenzione, minori distrazioni”. Le donne nelle Poste eTelegrafi, in
L’altra metà dell’impiego, cit. pp 32-49.
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