Page 126 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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126 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
mitragliatrici, una fissa in caccia per il pilota ed una su supporto girevole per
l’osservatore, con munizionamento tracciante, e da un massimo di un centinaio
di chilogrammi di bombe. La caccia, di cui il prigioniero non sapeva molto, era
rappresentata da alcuni monoposto Brandenburg KD.1, prodotti dalle stesse case
costruttrici, e da un certo numero di Albatros D.III costruiti su licenza della casa
madre tedesca dalla Oeffag di Wiener Neustadt. Nelle missioni di ricognizione
come in quelle di bombardamento i biposto erano sempre scortati da un paio
di velivoli, e tanto nelle une quanto nelle altre si faceva costantemente ricorso
alla fotografia aerea, appoggiandosi ai laboratori fotografici di compagnia per
lo sviluppo dei negativi e la stampa delle copie da inviare al comando d’armata
dopo un primo esame da parte degli ufficiali osservatori. A causa del fondo
irregolare dei campi di volo della regione del Carso e delle loro dimensioni
anguste le Flik non operavano di notte, ragion per cui le azioni notturne erano
svolte esclusivamente dagli idrovolanti della marina, ed in particolare da quelli
della stazione di Trieste.
Molte delle notizie fornite dal disinvolto caporale del Fluggeschwader
1 furono confermate dal pilota di un altro Brandenburg C.1 del reparto, una
macchina di nuovo modello con motore Daimler da 210 cv costretta ad atterrare
dall’irregolare funzionamento del suo propulsore a Torre di Mosto, nei pressi
di Latisana, mentre era in rotta per Venezia nel contesto dell’incursione sulla
città lagunare del 14 agosto. Il ricognitore fu incendiato e distrutto subito
dopo l’atterraggio dall’osservatore, un tenente di nazionalità tedesca, di cui
nel rapporto non viene fatto il nome, che non poté però sfuggire alla cattura ed
insieme al suo pilota, un sergente maggiore di nazionalità ungherese, anch’egli
non nominato, venne portato al campo di raccolta di Bagnaria Arsa. Qui poco o
nulla disse nei diversi interrogatori ai quali venne sottoposto. L’unica notizia di
un qualche interesse che si lasciò sfuggire era la precedente appartenenza alla
Flik 33, un reparto fino a quel momento non identificato che entrò così nell’ordine
di battaglia dell’Armata dell’Isonzo. Molto più disponibile, soprattutto al di
fuori dell’ufficialità degli interrogatori e nelle conversazioni avute con alcuni
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“fiduciari”, si dimostrò il suo pilota. Fu così possibile ricostruire la genesi e
le modalità dell’incursione su Venezia, decisa dal comando austro-ungarico in
risposta agli attacchi dei primi giorni di agosto sulla piazzaforte di Pola, dopo
che per molti mesi la città lagunare era stata risparmiata, ed avere conferma delle
forti perdite subite dalle Flik operanti sul fronte italiano, ben superiori a quelle
dei reparti schierati sugli altri fronti.
8 Comando 3ª Armata, 2ª Sezione (Informazioni), Notizie desunte da conversazioni con gli
aviatori austriaci catturati a Torre di Mosto (Latisana) il 14 agosto 1917, Notiziario N. 1056
del 20 agosto 1917, AUSSMA, 1ª Guerra Mondiale, Uffici informazioni armate, Notizie di
aviazione.

