Page 127 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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II SeSSIone - I ServIzI dI InformazIone, alcune proSpettIve 127
Gli equipaggi dei velivoli abbattuti o costretti ad atterraggi forzati entro
le linee italiane rimasero sempre la principale fonte di informazioni, ma la
struttura stessa della monarchia danubiana e la natura della lotta che la opponeva
al Regno d’Italia offrivano anche altre opportunità. Una di queste si presentò
nel momento meno favorevole per le armi italiane, nelle difficili giornate
dell’autunno 1917 che vedevano il Regio Esercito ripiegare sulle posizioni
del Piave e del Grappa. Il 6 novembre un Albatros D.III in perfette condizioni
atterrò sulla piazza d’armi di Treviso ed ai soldati accorsi fu presto chiaro il
perché di un gesto altrimenti inspiegabile. Il suo pilota era infatti un irredento
che, una volta assegnato alla Flik 41J, aveva sfruttato la prima opportunità che
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gli si era presentata per darsi prigioniero. Il giovane aviatore nativo di Fiume,
classe 1895, che da altre fonti è possibile identificare con il Feldwebel Radames
Iskra (o Iscra), tratteggiò un quadro preciso e dettagliato dell’organizzazione
dell’aviazione austro-ungarica. Secondo le sue dichiarazioni l’ordine di
battaglia comprendeva 60 compagnie di aviazione, suddivise tra compagnie
da ricognizione o compagnie A, Aufklarugskompanien, e compagnie da caccia
o compagnie J, Jagdkompanien, ed una unità da bombardamento, identificata
con la lettera G dall’iniziale di Geschwader. L’intera struttura faceva capo al
comando delle truppe aeree, o Luftfahrtruppenkommando, con sede a Vienna.
Le compagnie erano autonome, contraddistinte da un numero progressivo, e
poste alle dipendenze dei comandi di settore. Presso ogni armata c’era poi un
ufficiale superiore per l’aviazione, o Stoluft (Stabs-Offizier-LuftFahrtruppen),
incarico che nell’ambito della 1ª Armata dell’Isonzo era affidato al capitano
Sieber, e nell’ambito della 2ª al tenente colonnello Umlauff. In Italia erano
schierate 21 Flik, delle quali 16 da ricognizione (2, 4, 12, 14, 16, 17, 18, 19, 20,
21, 23, 28, 32, 34, 35, 46) e 5 da caccia (41, 42, 51, 55, 60), e c’era inoltre il
Fluggeschwader 1 da bombardamento. Come le Flik da caccia e da ricognizione,
anche il Fluggeschwader 1 aveva mediamente disponibili una decina di velivoli,
con il che sul fronte italiano l’aviazione austro-ungarica poteva schierarne
in tutto circa 220. Il rapporto proseguiva con un breve accenno al contributo
germanico di cui il giovane aviatore sapeva ben poco, ricordava quindi gli “assi”
dell’aviazione austro-ungarica, dandone un breve elenco in cui figuravano i
nomi di Brumowski, Arigi, Linke-Crawford, Kiss, Heyrowski e de Banfield,
considerato il più popolare di tutti, ed illustrava infine il sistema addestrativo,
imperniato su 16 scuole di volo, prima di passare in rassegna il materiale di volo,
fornendone un quadro da cui emergevano il biposto Brandenburg, disponibile
9 Comando 3ª Armata, 2ª Sezione (Informazioni), Notizie sull’aviazione militare austriaca
desunte da interrogatorio d’un sergente aviatore atterrato volontariamente il 6 corr. presso
a Treviso, Notiziario N°1419 del 12 novembre 1917, AUSSMA, 1ª Guerra Mondiale, Uffici
informazioni armate, Notizie di aviazione.

