Page 123 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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II SeSSIone - I ServIzI dI InformazIone, alcune proSpettIve         123



             occasione del raid dei Caproni su Lubiana del 18 febbraio, Brociner precisò le
             modalità d’impiego, che lo vedevano schierato in piccoli numeri a difesa dei
             punti sensibili, e descrisse in termini non particolarmente esaltanti le prestazioni,
             peraltro funzionali alla soluzione adottata per l’armamento, con la mitragliatrice
             in caccia  sincronizzata  con l’elica.  Quanto all’Albatros,  come continuava  ad
             essere chiamato il Brandenburg, Brociner ne sottolineò la maneggevolezza e la
             capacità di salita, che a suo dire gli permetteva di raggiungere i 3.000 metri in
             22’ con l’equipaggio di due uomini, cento chilogrammi di bombe, benzina ed
             olio per cinque ore di volo, ed aggiunse che nelle stesse condizioni di carico la
             velocità massima orizzontale era di 125 km/h.
                A metà del 1916 in Italia si aveva dunque un quadro abbastanza fedele
             dell’organizzazione della componente aeronautica dell’esercito imperial-regio
             con le sue potenzialità e con i suoi limiti. Occorreva però mantenerlo aggiornato
             ed a questo scopo fonte primaria di informazioni rimanevano i prigionieri, con
             i quali peraltro era necessario studiare sempre nuove tecniche  di approccio
             via via che diventavano meno ingenui e più smaliziati. In proposito fu subito
             chiaro che molto si poteva ottenere sfruttando le tensioni latenti fra i vari popoli
             dell’edificio  multinazionale  dell’impero  asburgico  e  facendo  leva  sui  temi
             della  nazionalità e dell’irredentismo.  Quando il 5 luglio 1916 un biposto da
             ricognizione fu costretto ad atterrare nei pressi di Marostica, probabilmente a
             causa di un problema al motore, l’attenzione si concentrò così sul pilota, un
             caporalmaggiore  di  nazionalità  ceca.  Mentre  nulla  si  ricavò  dall’osservatore,
             un cadetto di nazionalità austriaca, dal pilota si seppe che l’Austria-Ungheria
             schierava  in  quel  momento  26 compagnie  di aviazione, un dato  ancora  una
             volta coerente con i programmi effettivamente in atto. L’ossatura dei reparti era
             costituita dal biposto Brandenburg, di cui erano in distribuzione le macchine di
             una nuova serie di costruzione, identificata con la sigla 64, il che significa che
             si trattava di Brandenburg C.1 con motore Daimler da 160 cv di costruzione
             UFAG, in tutto simili al biposto abbattuto il 7 aprile da Baracca. In Trentino
             erano schierate sei Flik, tre sul campo di Pergine (8, 15, 24) con 32 velivoli
             ed  altrettante  su quello  di  Gardolo  (17, 21, 23) con  23, mentre  una  settima,
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             la Flik 16, era a Villach per il fronte del Cadore e della Carnia.  A conferma
             dell’attendibilità del caporalmaggiore ceco il rapporto evidenziava come queste
             informazioni fossero in linea con una carta topografica catturata qualche tempo
             prima e datata al mese di aprile, sulla quale era riportata la presenza in Trentino
             delle compagnie di aviazione 7, 15, 16, 17, 21, 23.






             4  Comando Supremo, Ufficio Informazioni, Sezione 2ª, Notiziario N. 2953 s.i.d., AUSSME.
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