Page 122 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             nella  cui  zona  si trovavano  dislocate.  Non esisteva  quindi  alcuna  struttura
             organizzativa assimilabile al gruppo aeroplani dell’aviazione italiana e gli ordini
             di operazione  erano  comunicati  separatamente  alle  compagnie  chiamate  in
             azione. Secondo Ott, nemmeno per le operazioni nelle quali erano impiegate
             più Flik veniva nominato un comandante, in evidente contrasto con i principi
             dell’unità  di comando e dell’economia  delle  forze.  Anche per la struttura
             dei reparti la soluzione adottata era molto diversa da quelle attuate presso le
             aviazioni dell’Intesa e presso l’aviazione tedesca, data la connotazione di unità
             miste delle Flik nelle quali ai ricognitori si affiancava qualche velivolo da caccia.
             L’intento era quello di mettere a disposizione dei comandanti di compagnia i
             mezzi necessari per svolgere autonomamente un ampio spettro di missioni, ma
             una tale impostazione, se poteva essere considerata coerente con l’autonomia
             delle Flik, finiva con l’accentuare la dispersione delle forze. Dopo aver anticipato
             che nelle compagnie di nuova formazione il carreggio a traino animale sarebbe
             stato sostituito da autocarri, il che da questo punto di vista avrebbe allineato
             la configurazione delle Flik a quella delle squadriglie italiane, sin dall’inizio
             munite  di  mezzi  automobilistici,  il  sottufficiale  si  era  soffermato  sui  tipi  di
             velivolo in uso, sottolineando come la macchina più utilizzata fosse l’Albatros,
             denominazione corrente del biposto Brandenburg, che nella versione con motore
             Daimler  da  160 cv  aveva  una  velocità  di  140 km/h.  Il  quadro  di  situazione
             scaturito  dall’interrogatorio  del  sergente  Ott  era  senz’altro  molto  completo  e
             non a caso il rapporto compilato dalla 2ª Sezione dell’Ufficio Informazioni del
             Comando Supremo, riprendendo quanto comunicato dall’Ufficio Informazioni
             della 3ª Armata, ebbe larga diffusione. La prima vittoria di Baracca anche dal
             punto  di  vista  dell’attività  di  intelligence  fu quindi  un  momento  quanto  mai
             significativo della guerra aerea sul fronte italiano.
                A confermare l’attendibilità di questi elementi informativi fu a distanza di
             pochi  giorni  un  altro  aviatore,  l’alfiere  Max  Brociner,  catturato  il  27  marzo
             quando il vento ed i fitti banchi di nuvole avevano impedito che si concretizzasse
             un attacco in forze ai ponti sul Piave causando di contro la perdita di quattro
             velivoli. L’ufficiale, che ben poco aveva detto in un primo interrogatorio, si era
             lasciato andare quando era stato affidato ad un capitano aviatore, con il quale
             l’affinità di interessi aveva fatto venir meno le precedenti cautele. Brociner poi
             era ancora risentito per essere stato mandato inutilmente allo sbaraglio in una
             missione che avrebbe dovuto essere cancellata per il maltempo e la sua amarezza
             fu abilmente sfruttata per indurlo a parlare, avendone interessanti indicazioni
             in merito ai due tipi di velivolo che gli erano più familiari,  il monoplano
             Fokker ed il biposto Albatros, o Brandenburg, con il quale aveva compiuto
             la sua ultima missione. Del Fokker, una macchina che sul fronte occidentale
             stava già percorrendo il tratto discendente della sua parabola ma che in Italia
             era  ancora  molto  temuto  per  la  micidiale  dimostrazione  di  efficacia  data  in
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