Page 128 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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128           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



             in varianti sempre più perfezionate ed utilizzato su larga scala, e la superiorità
             dell’Albatros D.III rispetto agli altri modelli di caccia.
                Un’altra fonte di informazioni,  non alternativa  ma complementare  alle
             dichiarazioni più o meno spontanee dei prigionieri ed allo studio dei documenti
             catturati, era l’esame dei materiali aeronautici dell’avversario, una eventualità
             non frequente ma meno rara di quanto si possa pensare. E’ noto come da un
             idrovolante Lohner costretto a scendere in mare non lontano dalla costa italiana
             il 27 maggio 1915 abbia avuto origine una fortunata serie di macchine realizzata
             dalla Macchi con una riuscita operazione di “reverse engineering”, ed è altresì
             noto come il Brandenburg C.1 61.57 di produzione UFAG, atterrato da Baracca
             il 7 aprile 1916, sia stato rimesso in condizioni di volo, dando così modo di
             verificare le prestazioni e le qualità di volo della prima serie di questo eccellente
             ricognitore. Gli organi tecnici dell’aviazione ben presto cominciarono ad insistere
             presso i comandi per avere tempestivamente a disposizione qualunque materiale
             aeronautico  su cui  fosse possibile  mettere  le  mani,  ed i comandi  diedero  in
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             proposito le più ampie assicurazioni.
                Un’altra occasione si presentò il 19 maggio 1917 quando un Brandenburg C.1
             della serie 29 di costruzione Phonix, il 29.70 della Flik 24 operante in Trentino,
             ebbe la peggio in un prolungato duello con il Nieuport Ni.17 della 78ª Squadriglia
             pilotato  dal capitano  Domenico Bolognesi. Con l’osservatore, tenente  Kurt
             von Fiedler, colpito  a  morte  ed  il  serbatoio  forato,  il  pilota,  sergente  Rudolf
             Lambor, non poté fare altro che atterrare a Buschè, nelle vicinanze di Feltre.
             Il velivolo,  praticamente intatto,  fu subito consegnato  alla  Direzione Tecnica
             dell’Aviazione  Militare  che  ne  affidò  l’esame  ad  un  giovane  e  promettente
             ingegnere, Celestino Rosatelli. Il suo rapporto, presentato nel settembre 1917,
             conteneva  una dettagliata  analisi  delle  caratteristiche  della macchina  e delle
             soluzioni adottate  in fase di progetto, dandone un giudizio che, riferito  alla
             situazione  dell’estate  del 1917, lo dipingeva  come una macchina  onesta ma
             non particolarmente avanzata.  La “serie 29” non aveva infatti prestazioni e
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             qualità di volo tali da poter essere considerate di eccellenza al punto in cui era
             arrivata la tecnica aeronautica: la velocità non superava i 155 km/h e l’autonomia
             i 550 km, la visibilità era limitata anteriormente dal motore e dal radiatore ed
             esisteva un problema di centraggio dovuto all’ampia escursione del baricentro
             con l’esaurirsi dei serbatoi, che, insieme alla limitata efficacia dei comandi di
             volo, non facilitava certo il pilotaggio.


             10  Comando Supremo, Riparto Operazioni, Ufficio Servizi Aeronautici (Sez. 2ª), Apparecchio
                a.u. Brandenburg, n. 12129 Av. del 24 aprile 1917, AUSSMA, 1ª Guerra Mondiale, Ufficio
                Servizi Aeronautici, 2ª Sezione, Circolari 1917.
             11  Direzione Tecnica dell’Aviazione Militare, Apparecchio austriaco Hansa Brandeburgo N.29-
                70, del 21 settembre 1917, AUSSMA, I primordi, racc. 25, Fasc. 316, Apparecchi catturati.
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