Page 171 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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II SeSSIone - I ServIzI dI InformazIone, alcune proSpettIve 171
Guardie di Città e agenti ferroviari, affiancato da militari (carabinieri e soldati)
“convenientemente selezionato e in numero sufficiente a dare affidamento di
buon servizio” .
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Scopo delle istruzioni era il “mantenimento dell’ordine e della disciplina nel-
le stazioni e loro attinenze; sorvegliare gli impianti ferroviari più importanti per
impedire il danneggiamento doloso; sorvegliare i treni di materiale di guerra,
specialmente se carichi di esplosivi; sorvegliare i carichi dei depositi per impedi-
re qualsiasi manomissione o furto [e] l’allontanamento abusivo di militari dalla
zona di guerra”.
In base ad esse, la direzione della polizia ferroviaria tornava ai Commissariati
Polfer e, subordinatamente, all’Arma, ad eccezione della parte di rete “militare”,
dove continuava a provvedere direttamente l’Intendenza Generale dell’Esercito
(Commissioni Militari di Linea).
A partire dal mese di giugno del 1915, le autorità militari italiane diedero
avvio nei territori ex-austriaci occupati ad ampi sfollamenti delle popolazioni
e a una severa politica di internamenti volta a garantire la sicurezza militare e
ad eliminare qualsiasi ostacolo che si frapponesse alla rapida integrazione dei
territori conquistati .
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Un clima di sospetti indiscriminato e di avversità si impadronì dell’opinione
pubblica che, via via, si trasformò, come ebbe a dire il Prefetto di Napoli: “in
una vera ossessione, che assunse […] addirittura la forma di vera caccia allo
straniero, solamente perché tale, e che si manifestò in una colluvie di denunzie
scritte ed orali, nelle quali si segnalavano i fatti più strani e le persone meno
sospette” .
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Il fondamento giuridico assegnato al generico sospetto e alla capacità di dolo,
gli ampi poteri concessi ai singoli comandi militari permisero lo sbrigativo allon-
tanamento delle persone sospette dalle zone prossime alle linee di combattimento
e dai centri interessati dalla presenza militare all’interno della “zona di guerra”.
Gli internamenti furono avviati in maniera confusa, senza norme, né una pre-
cisa posizione giuridica delle persone colpite (essenzialmente anziani, donne e
bambini).
15 M.I. D.G.P.S., Ufficio di polizia ferroviaria, N. 6041 – C – I del 27 giugno 1918, Servizio di
polizia ferroviaria.
16 Più diffusamente in L’internamento di civili in Italia durante la prima guerra mondiale Nor-
mativa e conflitti di competenza di Giovanna Procacci in DEP - Deportate, esuli, profughe
Rubrica telematica di studi sulla memoria femminile - http://www.unive.it/media/allegato/
dep/Ricerche/3_Procacci.pdf
17 ACS, MI, DGPS, DAGR, Massime, 14, b. 42, f. 13 Spionaggio, s.f.. 15 Affari per provincia,
ins. 40 Napoli, riservata del Prefetto di Napoli alla DGPS, del 5 agosto 1915 N. 7458, tratta da
Antonio FIORI, II controspionaggio «civile» dalla neutralità alla creazione dell’Ufficio Cen-
trale d’Investigazione, 1914-1916, in «Italia Contemporanea», N. 247, giugno 2007 pag. 208

