Page 191 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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II SeSSIone - I ServIzI dI InformazIone, alcune proSpettIve         191



             l’impiego, rischiando di andare incontro a gravi problemi di diffusione di ma-
             lattie dopo soli 2 mesi dallo scoppio delle ostilità e ciò senza tener conto che,
             all’atto della mobilitazione appositi reparti, le sezioni e i comandi Carabinieri
             reali, erano stati costituiti per i bisogni dell’Esercito.
                Che ruolo dunque era fondamentale per i Carabinieri? Certamente erano già
             state apprezzate le doti di Arma combattente con il reggimento mobilitato e le
             altre unità che si erano distinte in vere azioni belliche in prima linea. Uno dei
             compiti più impegnativi e complessi, in realtà, era quello di garantire le funzioni
             di polizia militare e di intelligence in un conflitto diverso da quelli vissuti nel
             passato anche immediato come la guerra Italo-turca; si trattava in effetti de “La
             Grande Guerra”.
                Una trasformazione politica, militare e sociale dunque, che riguardava anche
             i Carabinieri. Non più presenti come elementi di scorta e di accompagnamento
             delle colonne militari che si muovevano sui campi di battaglia del Risorgimen-
             to, ma letteralmente a fianco degli stessi soldati che dovevano vigilare, dietro i
             comandanti di reggimento pronti a prendere ordini, rapidi nell’attraversamento
             delle linee battute dal fuoco nemico, attivi nella ricerca di sbandati e disertori da
             ricondurre ai reparti, vigili nella difesa delle installazioni militari.
                Un compito arduo, difficile e faticoso che riceveva plausi incondizionati da
             parte della catena gerarchica e sguardi occhiuti dei semplici soldati.
                Un lavoro che doveva essere fatto ed era opera di quei “militari per saviezza
             distinti” di cui si parla nelle Regie Patenti fondatrici.
                Ancora più sofisticata l’attività d’intelligence. Questa è definita dal dizionario
             Sabatini-Colletti come “Servizio di spionaggio e di controspionaggio”. I Cara-
             binieri da sempre avevano sviluppato un’attività d’intelligence che si potrebbe
             definire tattica, provvedendo ad informare i comandi militari della situazione
             soprattutto a ridosso delle zone di confine. Nel corso del conflitto in realtà le
             competenze mutarono e si orientarono alle attività principalmente di carattere
             esecutivo per acquisire notizie d’interesse per la sicurezza del Paese, fossero
             condotte nelle zone investite direttamente dal conflitto o meno. Si trattava più
             propriamente di un’attività informativa tipica dell’Arma che si estese progressi-
             vamente al mondo militare. In sostanza si trattava di monitorare la società italia-
             na (anche quella in armi) per mantenere quella compattezza morale e psicologica
             necessaria alla solidità delle Forze Armate in un periodo così difficile per tutto
             il Paese.

             La polizia militare, un’attività a tutto campo
                Nel settore della polizia militare l’Arma garantiva in primo luogo la sicurezza
             di obiettivi sensibili. Così, in prima linea, i Carabinieri: assicuravano la vigilanza
             sugli itinerari di movimento e i luoghi di sosta delle truppe, nonché a ridosso
             delle posizioni avanzate e negli ospedali da campo; fungevano da portaordini tra
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