Page 280 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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                       La difesa di Venezia - “altane” sopra i tetti per mitraglieri e fucilieri

                La guerra al traffico austro-ungarico in Dalmazia fu condotta, da parte italia-
             na, da sommergibili e motosiluranti che penetravano fin dentro i porti avversari,
             violati sistematicamente sin dal primo giorno di guerra, come sperimentarono gli
             sbalorditi marinai di Grado la notte del 24 maggio 1915, vedendosi palesare il
             cacciatorpediniere Zeffiro che affondava, a cannonate, uno alla volta, con meto-
             do, i motoscafi della Imperial-Regia Dogana.
                Questo fece sì che nei porti austriaci furono tenute bloccate oltre un 1.000.000
             di tonnellaggio di navi mercantili e che nel corso dei 3 anni e mezzo di conflitto
             gli asburgici riuscirono a trafficare via Adriatico verso la linea del fronte solo
             80.000 tonnellate di viveri e materiali, mentre noi circa 3.000.000, in altre parole
             noi utilizzavamo l’Adriatico, mentre loro invece no.
                La Regia Marina impose così le regole del gioco sin dal primo giorno del
             conflitto, assicurandosi subito la prevalenza nell’Alto Adriatico e conservandola
             fino alla resa della flotta avversaria, tre anni e mezzo dopo.
                Neppure la sconfitta della Russia, certificata nel marzo 1918 con la pace di
             Brest-Litovsk, riuscirà a rimediare questo stato di cose, e per ragioni ancora una
             volta squisitamente marittime. Infatti gli austro-tedeschi, ridotti alla fame più
             nera dopo oltre tre anni di blocco marittimo avversario nel Mare del Nord e in
             Adriatico, saccheggiano a mani basse l’ex impero degli Zar, ma trovano, nel Mar
             Nero, meno di 50.000 t di piroscafi, per giunta in cattive condizioni di efficienza.
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