Page 278 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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                                   Regia Marina, pattugliamento navale

             montava, viceversa, allora e in precedenza, a meno di 9.000 elementi della Regia
             Guardia di Finanza impegnati, oltre che nei tradizionali compiti d’istituto, in
             semplici mansioni di vigilanza, mediamente 3 o 4 persone a chilometro armate
             di fucile ed un telefono che li collegava ai rispettivi comandi.
                Dato questo quadro generale concentriamoci ora ad Est e in particolare a
             Venezia, ovvero sull’opera della Marina per la difesa della città lagunare durante
             la Grande Guerra, una difesa che fu preparata ben prima del 24 maggio 1915.
                L’ammiraglio Thaon di Revel, sulla base di un lucido e corretto apprezza-
             mento di situazione, aveva individuato in Venezia la chiave di volta dell’Alto e
             Medio Adriatico. La città era, infatti, l’unica grande base navale italiana in grado
             di mantenere sotto scacco diretto Trieste e, soprattutto, Pola, la maggiore tra le
             basi navali asburgiche.
                L’eventuale perdita della Serenissima avrebbe significato riaprire l’Adriatico
             e il Mar Ionio alla flotta austroungarica, consentendole di riattivare le proprie li-
             nee di approvvigionamento marittimo facendo saltare lo sbarramento del Canale
             d’Otranto, in quanto i punti d’appoggio di Brindisi e Valona non potevano ospi-
             tare forze in grado di contrastare efficacemente il grosso della squadra imperial-
             regia. Taranto, unica località tra Venezia e il Mar Ionio dove potevano essere
             dislocate le maggiori e più moderne navi da battaglia italiane era, infatti, troppo
             distante. Perdere Venezia, inoltre, avrebbe significato consentire all’Esercito im-
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