Page 281 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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III SeSSIone - L’evoLuzIone tecnIco-mILItare deLLa guerra 281
Regia Nave Giulio Cesare
Con quelle poche navi, e con le dissestate ferrovie orientali, non riuscirono
a far affluire fino al Danubio, nel corso del 1918, che 200.000 tonnellate di vi-
veri, pari - grosso modo - a un cracker al giorno per ogni abitante degli Imperi
Centrali.
Ciò avvenne perché l’Alto Adriatico era percorso giorno e notte da moto-
siluranti e sommergibili italiani e fu teatro di un’intensissima guerra di mine;
pertanto l’affondamento della Szent Istvàn ad opera del MAS 15 di Luigi Rizzo
non fu un colpo fortunato, ma il frutto di migliaia e migliaia di missioni anonime,
costanti e tenaci. Fu frutto del Potere Marittimo.
Nel Basso Adriatico, d’altro canto, la guerriglia navale austro-ungarica fallì
completamente. Le perdite italiane del traffico con l’Albania ammontarono ad
appena l’1% del totale e nel 1918 la divisione veloce asburgica di base a Cattaro
era ormai lo spettro di se stessa, oltre che inattiva dalla primavera in quanto de-
finitivamente logorata.
Venendo invece alla difesa del traffico mediterraneo nei confronti dei som-
mergibili tedeschi di base in Adriatico, vitale per l’Italia, essa fu sostenuta e
infine vinta, tra il 1916 e il 1918. Fu ancora una volta una lotta dura, quotidia-
na, fatta di pattugliamenti ed equipaggi tenaci, costantemente in mare con turni
massacranti e senza cantori, in quanto le loro missioni “non facevano notizia”
secondo i giornalisti di allora ed i successivi che, evidentemente, non si interro-

