Page 273 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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III SeSSIone - L’evoLuzIone tecnIco-mILItare deLLa guerra           273



             Strategie e tattiche della guerra navale



             CV Giosuè ALLeGRini     1



                   ell’immaginario  collettivo  italiano  la
             N Grande Guerra si identifica con il conflitto
             terrestre: trincee, fango e montagne. Ciò si spie-
             ga con il numero dei mobilitati del Regio Eser-
             cito: oltre 6 milioni di mobilitati su 36 milioni
             di abitanti. A ciò si aggiunge il confronto nume-
             rico tra i caduti: 600.000 soldati, 3.000 marinai.
             Il ruolo della Regia Marina è invece solitamente
             correlato alla rievocazione di singoli, per quan-
             to  straordinari,  episodi  come  l’affondamento
             delle corazzate Wien, Santo Stefano e Viribus
             Unitis o, tutt’al più, a quell’eccezionale impresa
             strategica, organizzativa, nautica e umanitaria che fu il salvataggio dell’Esercito
             Serbo.
                Questa percezione è comprensibile, ma oscura il fatto essenziale che la Pri-
             ma Guerra Mondiale sia stata combattuta anche sul mare e che, grazie al mare,
             grazie al ruolo determinante della Marina, la vittoria del conflitto sia stata alla
             fine ottenuta.
                In sintesi, senza il controllo dell’Adriatico conseguito nei confronti della Ma-
             rina austro-ungarica e del Mediterraneo, ottenuto contro la minaccia dei som-
             mergibili tedeschi, non sarebbe stato possibile vincere la guerra. Questo perché,
             ieri come oggi, oltre l’80% del traffico commerciale passa dal mare e senza ap-
             provvigionamenti uno Stato è semplicemente destinato a morire. Ebbene, senza
             il blocco navale assicurato dalle Regie Navi e dai loro equipaggi tra il 1915 e
             il 1918, la guerra sull’Isonzo sulle Alpi e sul Piave non solo non sarebbe stata
             vinta, ma avrebbe comportato, assieme alla rovina dell’Italia, anche quella della
             Francia e dell’Inghilterra.
                Una vittoria determinata, in ultima istanza, dal collasso economico degli Im-
             peri Centrali causato da 4 anni di blocco navale alleato: italiano in Adriatico - e
             in via più estensiva in Mediterraneo - e inglese nel Mare del Nord.
                Delineato, quindi, lo scenario e l’obiettivo da raggiungere, il metodo adottato
             fu l’esercizio del Potere Marittimo sulla base di direttive elaborate e imposte con



             1  Capo dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina
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