Page 380 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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380           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso


              I Cadorna e lo Stato Sabaudo
                Indagare  le  origini  del  pensiero  militare  cadorniano  vuol  dire  domandarsi
             quale fosse l’orizzonte mentale e professionale dell’uomo Luigi Cadorna, quali
             le origini delle sue convinzioni più profonde e quali i meccanismi che lo spinsero
             ai vertici del più grande esercito della storia italiana.
                Luigi Cadorna nacque a Pallanza nel 1850, unico figlio maschio del generale
             Raffaele, l’artefice della Breccia di Porta Pia. Nello stesso anno Cavour assume-
             va l’incarico di Ministro dell’Agricoltura e Commercio del Regno di Sardegna
             e solo un anno prima il re Carlo Alberto aveva abdicato dopo la sconfitta nella
             guerra del 1849 contro l’Impero Austriaco .
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                Vale la pena di soffermarsi sul padre Raffaele, nel cui mito Luigi crebbe, mal-
             grado lo avesse quasi sempre lontano, o forse proprio per questo.
                Raffaele Cadorna era stato il figlio cadetto e ribelle della casata, in tutto l’op-
             posto dello studioso fratello Carlo, il primogenito destinato ad una brillante car-
             riera di funzionario statale. Per disciplinare il ragazzo la famiglia lo affidò ad un
             precettore che il figlio Luigi così descriverà, con i suoi metodi didattici, nella
             biografia paterna:

                   “un ecclesiastico, non cattivo in fondo, ma poco istruito, irascibile,
                   educatore a foggia antica […]. Lo condannava a stare per lungo
                   tempo ginocchioni, a tracciar croci con la lingua sul pavimento, e
                   gli stringeva a sangue il lobo dell’orecchio fra le unghie lasciate
                   crescere a tal nobile scopo” .
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                Considerato che questi erano i sistemi educativi della nobiltà del Piemonte
             sabaudo, non stupisce che l’Esercito sia divenuto la più anticlericalE delle istitu-
             zioni di un regno clericale.
                Mandato all’Accademia di Torino, il che dovette sembrargli una liberazione,
             Raffaele fu  espulso per cattiva condotta, infine riammesso ma destinato a servizi
             secondari, dai quali evase unendosi ai rivoltosi milanesi del 1848.
                Reduce della sfortunata guerra del ’48-49, Raffaele partì immediatamente
             dopo la nascita del figlio Luigi per l’Africa, dove combatté nell’esercito francese
             in Algeria contro i cabili. Sarebbe forse divenuto un ufficiale francese se il fra-
             tello Carlo, politico cavouriano in ascesa, non ne avesse patrocinato il ritorno in
             Piemonte.


             3  Per la storia della famiglia Cadorna e per la parte che ebbe soprattutto Carlo Cadorna
                nella politica risorgimentale vedi: Luigi Polo Friz e Giovanni Silengo (a cura di), I Cador-
                na, Atti del Convegno Mostra Documentaria, Verbania 4 maggio 1991, Verbania, Alberti,
                1994.
             4  Luigi Cadorna, Il generale Raffaele Cadorna nel Risorgimento italiano, Milano, Garzanti,
                1922, p. 2.
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