Page 383 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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IV SeSSIone - ASpettI del conflItto Sul fronte Interno              383


             L’estate di Custoza
                Nel 1866 la Prussia in procinto di muovere guerra all’Austria aveva proposto
             all’Italia una alleanza militare per fare fronte contro il nemico comune. L’offerta
             fu prontamente accettata. Al principe di Bismark e al generale von Moltke pre-
             meva avere un alleato che distogliesse parte dell’esercito austriaco dalla Boemia,
             agli italiani premeva avere un forte alleato che li aiutasse a vincere un confronto
             impari per conquistare le ultime provincie italiane rimaste in mano austriaca .
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                Quando nella primavera del 1866 la situazione parve scivolare verso il con-
             flitto i vertici militari italiani e tedeschi tentarono di stipulare una dettagliata
             convenzione militare, ma immediatamente sorsero dei problemi che avrebbero
             pesato sugli eventi successivi.
                I generali prussiani infatti non volevano condizionare le operazioni ai tempi
             degli italiani, dei quali avevano poca stima. Gli italiani temevano dal canto pro-
             prio di essere lasciati soli contro gli austriaci -la potenza militare prussiana era
             ancora una incognita- e che magari l’Austria potesse rifarsi in Italia di eventuali
             perdite territoriali in Germania.
                Da parte italiana, inoltre, sia il re Vittorio Emanuele che il suo primo mini-
             stro, il generale Alfonso La Marmora, dovettero scontare le pressioni pacifiste
             dell’imperatore francese Napoleone III, il quale non voleva una vittoria prussia-
             na sugli austriaci e vagheggiava una alleanza europea delle potenze cattoliche
             a guida franco-austriaca con Italia, Baviera e Spagna come soci di minoranza.
                Per raggiungere questo ambizioso disegno Napoleone aveva strappato agli
             austriaci la cessione del Veneto all’Italia, in cambio, ovviamente, della sua neu-
             tralità.
                L’offerta fece vacillare il governo di Firenze, che alla fine decise, soprattutto
             per volere del re, di respingerla per una questione di onore militare. Essa tuttavia
             proseguì ad apparire e scomparire come un fantasma nella mente di molti dei
             protagonisti, alimentando pericolose deduzioni: se l’Austria è disposta a cede-
             re il Veneto vuol dire che non lo difenderà con grande energia; se l’Austria è
             d’accordo con la Francia forse questa interverrà a sorpresa in suo favore nella
             guerra….
                La stessa promessa francese di garantire il passaggio del Veneto all’Italia in
             qualunque caso, fatta per stringere ancor più i legami dell’Italia con Parigi, finì
             forse per confermare nello Stato Maggiore italiano l’idea che vi fosse un tacito


             6  Sulla Terza Guerra d’Indipendenza vedi: Hubert Heyries, La guerra del 1866, Bologna, Il
                Mulino, 2016; Giulio Massobrio, Marco Gioannini, Custoza, Milano, Rizzoli, 2003; Luigi
                Chiala, Cenni storici sui preliminari della guerra del 1866 e sulla battaglia di Custoza;
                Firenze, Carlo Voghera Tipografo, 1870;  Alberto Pollio, Custoza (1866), Torino, Roux e
                Viarengo, 1903; La Campagna del 1866 in Italia, Sezione storica del Corpo di Stato Mag-
                giore, Voghera, 1875; Marco Scardigli, Lo scrittorio del Generale, Torino, UTET, 2006;
                Piero Pieri, Storia Militare del Risorgimento, Torino, Einaudi, 1962.
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