Page 84 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 84

84            il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso


             diano con la violenza, (subita e inflitta, spesso con piacere e senza rimorsi o sensi
             di colpa) che provocò loro danni nel fisico e nella psiche di forme e dimensioni
             finora sconosciute:
             Più della metà dei settanta milioni di soldati chiamati alle armi subirono la vio-
             lenza di guerra perché uccisi o “solamente” feriti” […]
              non è da escludere che più della metà dei sopravvissuti abbiano sofferto di turbe
             psichiche più o meno gravi” .
                                      37
             Le nevrosi di guerra riguardarono milioni di soldati (e costituirono un’amara
             eredità per l’Europa del dopoguerra). Anche in questo caso, gli effetti perversi
             dell’ecatombe del 1916 ebbero un peso determinante. Riferendosi alla Somme,
             Taylor ha scritto che fu questa battaglia a tracciare per le generazioni future il
             quadro della guerra sul fronte occidentale: legioni di soldati coraggiosi e abban-
             donati a se stessi; generali sciocchi e testardi; nessun risultato, mai. Sulla Somme
             per la prima volta i soldati pensarono che la guerra avrebbe potuto continuare in
             eterno”  . Fu appunto verso la fine di quell’anno, ha scritto Paul Fussell, “che
                     38
             la possibilità che la guerra potesse perpetuarsi all’infinito cominciò a turbare gli
             animi”: un sentimento che accomunava tutti i combattenti.  Sui campi di batta-
             glia di Verdun e della Somme si era scoperto il vaso di Pandora ed erano nati i
             “Neveredians” .
                          39
             Parallelamente cresceva  anche il malcontento e la sfiducia dei soldati. Ancora
             una volta fu  emblematica la Somme, dove i volontari britannici persero la vita a
             migliaia e tra i sopravvissuti  l’entusiasmo “svanì come nebbia al sole”: i  com-
             battenti “hanno perduta fiducia nei capi e nella causa, in tutto, insomma, fuorché
             nella lealtà ai loro commilitoni”.  40



             37  Ivi, pp. 15-16. M. Gilbert, La grande storia della Prima Guerra Mondiale , cit., p. 337, osserva
                che sulla Somme si registrò  un aumento enorme di casi di shock.
             38  A. J. P. Taylor, Storia della prima guerra mondiale, cit,, p. 99.
             39  P. Fussell, La grande guerra e la memoria moderna, cit., p. 89.
             40  A. J. P. Taylor, Storia della prima guerra mondiale, cit,, p. 99. Seppure di passaggio, va sottoli-
                neato che malcontento e sfiducia non assunsero  mai la forma di ribellione di massa,  se non in
                Russia  nel 1917; i casi di ammutinamento  verificatisi sul fronte  occidentale nella primavera
                di quell’anno, soprattutto in Francia, furono  episodi circoscritti. Questo starebbe a dimostrare,
                secondo Stephan Audoin-Rouzeau e Annette Becker l’esistenza di un sostanziale consenso
                alla guerra da parte dei combattenti dei due campi, i quali, in definitiva, “senza mai smettere di
                aspirare alla pace” avrebbero “desiderato innanzitutto di non perdere la guerra”; due speranze
                che “non erano assolutamente in contraddizione fra loro”. Secondo i due autori, critici verso
                “L’antica compiacenza storiografica per i rifiuti, piuttosto che per i consensi” occorrerebbe
                piuttosto “riflettere   non tanto sul fatto che un certo numero di soldati si sia ammutinato nel
                1917, ma che non si sia verificato un movimento di insubordinazione ben più ampio, più pre-
                coce e più diffuso di quello che seguì la sconfitta dell’offensiva dello Chemin des Dames”. A
                spiegare questa apparente anomalia potrebbe soccorrere l’analisi di Emilio Gentile secondo il
   79   80   81   82   83   84   85   86   87   88   89