Page 79 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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I SeSSIone - l’evoluzIone InternazIonale del ConflItto               79


             provocò, appunto, la mancata evacuazione rapida di feriti e mancate “ cure in
             tempo utile” , con la conseguenza di  “Soldati colpiti che agonizzavano per ore,
             e talora, per giorni, tra le linee[…]”:  si calcola che un terzo  dei 20 mila caduti
             della Somme si sarebbe potuto salvare .
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             All’interno di questo quadro d’insieme  il 1916 fu un anno decisivo dell’intero
             conflitto, per ciò che fu nei due anni successivi e per ciò che avrebbe potuto es-
             sere.  Dal punto di vista delle operazioni militari, se il 1915 era stato l’anno dei
             “disastri mal pianificati,  ora ci si sarebbero attesi –sulla base dell’esperienza- dei
             “successi ben pianificati” ; invece il 1916 è l’anno dei “disastri ben pianificati”.
             Questo gioco di parole dello storico britannico Stuart Robson può sembrare ama-
             ro, ma è sostanzialmente vero . Il 1916 è l’anno delle battaglie più sanguinose
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             della Grande Guerra (le cinque battaglie dell’Isonzo, - fronte russo: la grande of-
             fensiva Brusilov in primavera sul fronte russo,  conclusa con centinaia di miglia-
             ia di perdite; e,   soprattutto , l’anno di Verdun e della Somme),  ma, nonostante
             ciò, è anche “l’anno dello stallo” che si preannuncia in maggio, sul mare, con la
             battaglia dello Jutland e si conferma drammaticamente sui campi insanguinati di
             Verdun e della Somme.
             E proprio davanti alle montagne di cadaveri di Verdun e della Somme che si
             tocca con mano l’incapacità della guerra di trincea di risolvere a favore dell’uno
             o dell’altro schieramento le sorti del conflitto: alla fine del 1916 le speranze di
             vittoria, su entrambi i fronti, sono ormai affidate al crollo del nemico per esau-
             rimento. Da qui il passo disperato e fatale della Germania: quello di affidarsi al
             solo mezzo ritenuto ormai possibile ed efficace, la guerra sottomarina ad oltran-
             za, messa in atto all’inizio del 1917 : una decisione consapevolmente  presa da
             Hindenburg e Ludendorff a rischio di provocare l’intervento americano, nella
             vana speranza di poter vincere la guerra prima che si verificasse. 18
             Alla fine del 1916, dunque, mentre fallivano i tentativi, peraltro timidi e ambigui,
             di giungere a una “pace di compromesso”, erano ormai mature le condizioni per
             le drammatiche svolte del 1917: l’allargamento del conflitto e la sua definitiva
             mondializzazione, con l’intervento degli Stati Uniti, la Rivoluzione  bolscevica
             e l’uscita della Russia dal conflitto.
             Verdun e la Somme, dunque, ebbero un peso decisivo negli sviluppi del con-
             flitto, sia per quanto riguarda il suo prolungamento, sia per il suo progressivo
             imbarbarimento. Stephan Audoin- Rouzeau e Annette Becker ritengono che a
             spingere i tedeschi verso la  guerra sottomarina a oltranza sia stata la Somme,
             per la quale Hindenburg e Ludendorff  “coniarono l’espressione ‘Battaglia di



             16  Ivi, p. 21.
             17  Stuart Robson, La prima guerra mondiale, Il Mulino, Bologna, 1998, p. 75.
             18  Cfr.  A. J. P. Taylor, Storia della prima guerra mondiale, Vallecchi, Firenze, 1967, p. 107 e ss.;
                Robert B. Asprey, L’alto comando tedesco, Rizzoli, Milano,  1993, capp. XXI-XXIV:
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