Page 80 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             materiale’ (Materialschlacht)” .
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             Verdun “mutò radicalmente i corso della guerra”, ha scritto invece  Alistair Hor-
             ne, secondo il quale se prima della battaglia “la Germania aveva  ancora ragione-
             voli probabilità di vincere la guerra […] nel corso di quei dieci mesi queste pro-
             babilità svanirono”  . Secondo Stuart  Robson, “nella sua folle futilità, cambiò
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             la storia del mondo a venire”. Se a Verdun i tedeschi avessero vinto, ha aggiunto
             Robson avventurandosi in un ardito esercizio di storia controfattuale, presumi-
             bilmente la  Francia sarebbe uscita dall’Intesa e, forse, dal conflitto; quanto alla
             Germania, da un lato non avrebbe fatto ricorso alla guerra sottomarina evitando
             l’intervento degli Stati Uniti, dall’altro , probabilmente, avrebbe avviato nego-
             ziati con la Russia: in questo modo, forse, la dinastia Romanoff sarebbe soprav-
             vissuta e non sarebbe scoppiata la rivoluzione .
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             Ma non è soltanto sotto il profilo politico-diplomatico che la mancata vittoria
             tedesca a Verdun ebbe conseguenza sulla storia futura dell’Europa, a parere dello
             storico britannico che così conclude il suo pensiero:
                   “se a giugno avessero vinto i tedeschi, il mondo si sarebbe risparmiato
                la dose massiccia di guerra totale che invece incassò […]Gran parte del
                veleno che la guerra  iniettò arrivò solo dopo la metà del 1916 : propa-
                ganda carica di odio; diplomazia a doppio taglio, in gran parte rivolta a
                fomentare  rivolte nei paesi nemici e nelle loro colonie; armi e tattiche
                sempre più brutali  : eserciti di milioni di uomini senza una meta precisa,
                adolescenti e ragazzini trascinati nell’impresa ogni mese di più. Questi
                mali, ovviamente, erano presenti già prima del 1916 quando erano com-
                parsi in maniera saltuaria o non pianificata: non nascevano quindi dal nul-
                la, ma nello stallo di Verdun emersero tutti insieme ”.
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             Al di là della diversa importanza che annettono all’una o all’altra delle due batta-
             glie ai fini delle decisioni strategiche successive, si può affermare che gli storici
             che se ne sono occupati concordano sull’importanza centrale delle due battaglie
             le quali, senza sminuire l’importanza degli altri fronti, costituiscono   un labo-



             19  La  decisione, precisano gli autori,  era “direttamente legata alla constatazione dell’acquisita
                superiorità da parte delle forze alleate rispetto alla “guerra di materiale” (Materialschlacht) nel
                corso della seconda metà del 1916”; S. Audoin-Rouzeau e A. Becker, La violenza. la crociata,
                il lutto, cit., p. 16 e nota 25, e p 18. Secondo Martin Gilbert, La grande storia della Prima Guer-
                ra Mondiale, Mondadori, Milano, 1998, pp. 344-5, Hindenburg e Ludendorff, il 29 agosto,
                nel momento dell’insediamento, “insistettero perché l’imperatore autorizzasse l’immediato
                ricorso alla guerra sottomarina indiscriminata, indipendentemente dalla reazioni che questa
                decisione avrebbe potuto suscitare negli Stati Uniti e nei paesi scandinavi”.
             20  A. Horne, Il prezzo della gloria, cit., pp. 9-10
             21  S. Robson, La Prima guerra mondiale, cit., p.90.
             22  Ibidem.
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