Page 425 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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V SeSSione - il 1917: proSpettiVe del conflitto                     425



             articoli, dalla metà di gennaio fino ad inizio febbraio, con il commento intitolato
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             “Sulle direttive della storia”,  Albertini e il Corriere attaccavano la posizione
             ufficiale italiana sul rispetto del patto di Londra, criticandone l’atteggiamento
             filo-austriaco fin dalla seconda guerra balcanica, per chiedere quindi all’Italia
             di sostenere direttamente gli slavi del sud, trovare dunque un accordo con gli
             Jugoslavi, e rinunciare al patto di Londra (da cui la definizione di “rinunziatari”
             che venne affibbiata al gruppo del Corriere). Questo nuovo obiettivo attirava
             nuovi sostenitori, in dialogo costruttivo con Il Popolo d’Italia di Mussolini e
             con Gabriele d’Annunzio, nazionalista di punta, amico e sodale di antica data di
             Albertini. 23
                Il primo risultato di queste posizioni fu il supporto all’organizzazione di le-
             gioni di ex prigionieri ceco-slovacchi, arruolati grazie alla propaganda del Con-
             siglio nazionale animato da Tomáš Masaryk, Edvard Beneš e Milan Štefánik. I
             tanti soldati cechi e slovacchi disertano in Russia e in Serbia. In ragione dell’op-
             posizione di Sonnino, del ministro Francesco Saverio Nitti e del gen. Armando
             Diaz, l’Italia aveva cominciato tardivamente la propaganda dei diritti delle na-
             zionalità dietro le linee del fronte nemico e nelle trincee austriache. Il carisma di
             Štefánik, che da agitatore ceco-slovacco era divenuto grazie alle influenti ami-
             cizie un ascoltato personaggio anche nell’entourage del presidente del Consi-
             glio e ministro dell’Interno Vittorio Emanuele Orlando, e il sostegno di Leonida
             Bissolati diedero un fondamentale impulso alla strategia per la costituzione della
             legione ceco-slovacca . Finalmente, il 9 marzo, grazie alla convinzione di Bis-
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             solati, di Orlando e quindi di Nitti, si diede il via libera con il comando dell’eser-
             cito per la formazione di una legione ceca. 25
                I negoziati della diplomazia erano concentrati quindi sulla questione del con-
             fine orientale d’Italia, con la controparte jugoslava, in particolare sulle frontiere
             dell’Istria e della Dalmazia. Un primo abboccamento tra i contendenti aveva avu-
             to luogo a Londra nei mesi precedenti, tramite gli influenti circoli pro-jugoslavi
             e il sostegno ideologico di giornali diffusi (come The Times e The New Europe)
             e l’attività di noti personaggi (come Wickham Steed et Robert Seton Watson).

                del Regno d’Italia.
             22  ALBERTINI LUIGI, Sulle direttive della storia (Il problema dell’Austria), in il Corriere
                della Sera, 3 febbraio 1918. Cfr. ALBERTINI, Venti anni di..., cit., pp. 237-239.
             23  Cfr. ALBERTINI, Venti anni di..., cit., p. 244, dove si cita una lettera di d’Annunzio, del
                19 gennaio in cui dichiara: “Mi felicito del vigoroso stile con cui il Corriere difende la
                nostra causa”.
             24  Bissolati, socialista e autorevole interventista, fornì un importante appoggio alla politica
                per le nazionalità̀. Cfr ALBERTINI, Venti anni di..., cit., pp. 250- 251
             25  Cfr. BISSOLATI LEONIDA, Diario di guerra. Appunti presi sulle linee, nei comandi, nei
                consigli interalleati, Einaudi, Torino, 1934, pp. 103-104. Di fatto, per l’estrema necessità
                di soldati, già nel gennaio 1918 il Comando supremo impiegava già circa duemila prigio-
                nieri cechi come esploratori sul fronte orientale.
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