Page 423 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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V SeSSione - il 1917: proSpettiVe del conflitto 423
reggimento bosniaco del settore di Carzano, ten. Ljudevik Pivko, sloveno e di
sentimenti antiasburgici, fin dall’estate del 1917 iniziava a fornire preziose in-
formazioni sulle retrovie e le forze schierate dall’esercito imperial-regio, sulla
base delle quali un colpo di mano veniva concordato con il corrispondente uf-
ficiale italiano, il magg. Cesare Finzi, capo dell’Ufficio informazioni della 1^
Armata e conoscitore della lingua tedesca. Si prevedeva infatti – insieme con
la diserzione di un nucleo di soldati agli ordini del ten. Pivko – la penetrazione
in Valsugana dei soldati italiani (presenti numerosi nell’area a differenza degli
austro-ungarici), in un’azione che avrebbe portato all’isolamento di un’intera
armata nemica e all’apertura della strada per l’occupazione di Trento. L’azione,
pianificata nei dettagli ed approvata da Cadorna, ebbe inizio nella notte tra il 17 e
il 18 settembre, quando un manipolo di fanti e i bersaglieri italiani penetrava at-
traverso le linee nemiche senza incontrare resistenza, avendo gli uomini di Pivko
drogato il rancio serale dei soldati austro-ungarici e provveduto all’interruzione
temporanea dell’elettrificazione delle linee. Il “sogno di Carzano” si infrangeva
però di fronte all’indecisione tattica e alla mancanza di visione strategica da
parte italiana: il gen. Attilio Zincone, a cui era stato affidato il comando, impiegò
inspiegabilmente unità non esperte e dotate di eccessivo equipaggiamento. Il
rallentamento dell’azione portò il comando ad ordinare la ritirata, lasciando le
avanguardie in balia della reazione austriaca: l’episodio però dimostrò una volta
di più come la ricerca di alleati tra le fila austro-ungariche si presentava quanto
mai fruttuosa e trovava i punti più deboli dell’organizzazione militare di Vienna
proprio al suo interno, nelle pieghe della sua tradizionale complessità multina-
zionale. 17
dopo caporetto, il decisivo ruolo delle nazionalità
L’autunno del 1917 avrebbe segnato comunque dei punti a favore della poli-
tica di supporto alle nazionalità “oppresse” dell’Austria-Ungheria, risultata dal
numeroso reclutamento di disertori sloveni dall’esercito imperial-regio, che si
affiancavano ai tanti cechi già impiegati come esploratori e informatori nell’area
del fronte. La disfatta di Caporetto, in un primo tempo, nell’emergenza del mo-
mento pose in secondo piano questa strategia, che tornò però di grande interesse
per la pressione interna dei circoli nazionalisti e favorevoli alle nazionalità e per
il mutato contesto internazionale realizzatosi all’inizio del nuovo anno. L’inizio
del 1918 infatti risulta fortemente caratterizzato dalla nuova missione morale
che prendeva corpo nell’entente a favore delle libertà dei popoli all’interno de-
gli imperi multinazionali. Prima il passaggio del discorso di fronte alle Unions
17 Cfr. DEAK ISTVAN, Gli ufficiali della monarchia asburgica: oltre il nazionalismo, LEG-
Libreria Editrice Goriziana, Gorizia, 2003.