Page 531 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             rere a una difficile autarchia. Questo sforzo produttivo mise in difficoltà anche
             l’approvvigionamento dei civili nelle grandi città.
                La guerra non portava successo. Al contrario assorbiva tutte le risorse umane,
             alimentari e produttive, privando la popolazione civile del necessario e facendo-
             la arrivare alla conclusione che la guerra era inutile. Nicola II non era in grado
             di risolvere questi gravi problemi tanto che dovette dimettersi 10 marzo 1917:
             prima in favore del figlio poi del fratello Michele che il 2 marzo non accettò
             l’investitura, su richiesta della Duma.
                Operaie e operai scesero in sciopero. L’ochrana (la polizia segreta dello Zar),
             arrestò e liquidò questo gruppo operaio del Comitato Centrale delle industrie
             belliche ma non servì a molto. Intanto anche, e soprattutto, il morale delle truppe
             scendeva sempre più in basso: era ben noto che tra i soldati circolasse una forte
             propaganda disfattista di stampo bolscevico.
                La monarchia si auto esautorò…e  il governo provvisorio di  Kerensky, di
             estrazione borghese in larga parte, non riuscì a dominare la situazione di passag-
             gio dalla tricentenaria autocrazia imperiale a una parvenza di democrazia parla-
             mentare.
                Intanto Lenin, con altri trenta rivoluzionari, era partito per Pietroburgo: il suo
             obiettivo chiaro era la rivoluzione. Quindi, con il suo arrivo sul territorio e la
             caduta del governo di Kerensky si aprì la  fase ‘eroica’ della rivoluzione russa.
             Gli avvenimenti si svolsero principalmente nella capitale Pietrogrado e furono
             il cuore della rivoluzione che consegnò ai Soviet la Russia. E, come scrive John
             Reed, per comprendere il successo dei bolscevichi, era necessario rendersi conto
             che l’economia dell’esercito russo si trovava in una situazione critica, il frutto di
             un lungo processo di difficoltà di approvvigionamento iniziato nel 1915.
                Secondo la testimonianza di Reed, anche nella stessa corte dello Zar vi erano
             stati elementi ‘reazionari’ che avevano deliberatamente deciso di provocare una
             catastrofe per poi poter concludere una pace separata con la Germania, sostituen-
             do anche lo Zar, ritenuto un debole incapace per molte ragioni. Non vi sarebbero
             testimonianze scritte ma è più che logico che accadesse, vista la situazione della
             Famiglia Imperiale e l’influenza, ben nota, di un corrotto monaco, ucciso appun-
             to da membri della Corte.
                Per la mancanza di armi al fronte vi fu la grande ritirata dell’estate 1915; la
             scarsezza di viveri si fece sentire feroce nelle grandi città; vi era stata la crisi
             nella produzione dei mezzi di trasporto nel 1916 e la logistica militare aveva
             subito fatali ritardi. Sempre secondo Reed, tutto questo faceva parte di un gi-
             gantesco piano di sabotaggio anche politico la cui esecuzione fu  fermata nel
             febbraio 1917 con il governo borghese ma non fu abbastanza perché le masse
             popolari volevano ormai una democrazia operaia e contadina; volevano chiudere
             con la guerra: in sintesi, volevano il potere totale. La prima coalizione borghese
             socialista non era riuscita dunque ad avere successo e in seguito alla rivoluzione
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