Page 75 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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Se prendiamo il caso italiano, la minaccia bolscevica ha fatto sì che i libe-
rali, dopo la I guerra mondiale appoggiassero le forze di destra. La reazione al
biennio rosso – 1919-1921, una conseguenza anche della rivoluzione russa - è
l’esempio paradigmatico di questo clima. Così Giolitti nel 1921 non avrebbe
esitato a formare liste in cui, assieme ai candidati liberali, vi fossero i fascisti
per arginare i socialisti e gli stessi popolari, percepiti entrambi dai liberali come
forze anti-sistema.
In Italia e in Europa si parla ancora molto del mito dell’ottobre ‘17 e in ge-
nerale della interpretazione mitica di quell’evento, basti ricordare alcune recen-
ti pubblicazioni uscite nel 2017, in occasione del centenario della rivoluzione
come, ad esempio, il volume di Stefano e Marco Pivato, I comunisti sulla luna.
L’ultimo mito della rivoluzione russa, Il Mulino; Antonio Carioti (a cura di),
1917 Ottobre rosso. La rivoluzione russa: i fatti, i protagonisti, il mito, Corriere
della Sera; Marcello Flores, La forza del mito. La rivoluzione russa e il miraggio
del socialismo, Feltrinelli. Quest’ultimo ha sottolineato come fra i comunisti vi
siano stati delusioni e ripensamenti, come quelli di André Gide, Arthur Koestler
e Ignazio Silone. Ma questo non impedì che la rivoluzione d’ottobre e la nascita
dell’Unione Sovietica conquistassero gli animi e le menti di un numero incalco-
labile di persone, seducessero altri grandi intellettuali, persuadessero milioni di
elettori a votare per partiti che trasmettevano ai loro connazionali una immagine
ingannevole della «grande patria socialista» e l’idea della costruzione di un si-
stema nuovo in cui gli errori sarebbero stati corretti e la grande promessa della
rivoluzione d’ottobre sarebbe stata mantenuta.
Questa lettura è ciò che Furet ha definito «l’universale fascino dell’ottobre»:
è la rivoluzione d’ottobre
che riesce a godere di un simile privilegio. La caduta del sistema zarista in
febbraio rimane un fenomeno locale, l’ultimo episodio di quel riagganciare l’Oc-
cidente che sin dai tempi di Pietro il Grande è una delle ossessioni russe. L’im-
menso paese semibarbaro, soggiogato da un sovrano dell’ancien régime, si mette
in sintonia con l’Europa. Non inventa una storia nuova, ma si innalza a una storia
nota .
13
La Russia del febbraio 1917 rimane alleata della potenze dell’Intesa, e con-
tinua a lottare al loro fianco contro la Germania. E d’altra parte Francia e In-
ghilterra accolgono la nuova Repubblica «come l’ultima venuta sulla strada che
entrambe hanno tracciato» .
14
Nel rapporto con le democrazie parlamentari d’Occidente, l’ottobre invece
è una vera e propria rottura, con l’uscita della Russia dal conflitto e, quindi, il
trattato di Brest-Litovsk (3 marzo 1918), stipulato tra la Russia rivoluzionaria e
13 Furet, Il passato di un’illusione, cit., p. 94.
14 Ibid.