Page 73 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             premesse della presa del potere da parte dei bolscevichi, ma anche il germe dei
             successivi sviluppi della rivoluzione comunista. Riguardo al conflitto annuncia-
             va Lenin
                Nel nostro atteggiamento verso la guerra, la quale - sotto il nuovo governo
             L’vov e consorti, e grazie al carattere capitalistico di questo governo - rimane
             incondizionatamente, da parte della Russia, una guerra imperialistica di brigan-
             taggio, non è ammissibile nessuna benché minima concessione al «difensismo»
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             rivoluzionario .
                Ovvero Lenin ammetteva la guerra solo per la difesa della rivoluzione. Ri-
             guardo a questa precisava:
                La peculiarità dell’attuale momento in Russia consiste nel passaggio dalla
             prima tappa della rivoluzione - che, a causa dell’insufficiente coscienza ed orga-
             nizzazione del proletariato, ha dato il potere alla borghesia - alla seconda tappa,
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             che deve dare il potere al proletariato e agli strati poveri dei contadini .
                E questo è il senso della rivoluzione d’ottobre: la presa del potere da parte
             del proletariato. Il 25 ottobre secondo il calendario giuliano in vigore sotto lo zar
             (che corrisponde al 7 novembre secondo il calendario gregoriano, adottato il 14
             febbraio 1918) avvenne la presa del Palazzo d’inverno a Pietrogrado, allora capi-
             tale dell’impero.   Gli slogan dell’ottobre - terra, pace e potere ai soviet («zemlja,
             mir i vlast’ sovetam!»), inteso come potere locale - riflettevano questi desideri.
             Ma l’ottobre aveva portato al potere, sull’onda di queste parole d’ordine, il grup-
             po più conseguentemente statalista dell’universo politico russo. È dentro questo
             equivoco, e dentro la non univocità dell’ottobre nei diversi contesti nazionali,
             che vanno trovate le molle degli sviluppi successivi.
                Oltre all’elemento statalista, che caratterizzerà il regime sovietico, va anche
             considerato il peso che il modello giacobino ha avuto sulla rivoluzione di ottobre.
             Questo modello è caratterizzato da un forte nucleo dirigente -  e poi da un partito
             e/o leader carismatico – che in virtù del controllo pieno della forza è in grado di
             eliminare gli avversari politici, dando vita a un nuovo potere assoluto legittimato
             dalla volontà generale di cui l’élite dirigente è la sola interprete e rappresentante.
             E’un modello che si nutre di quel messianismo politico nel quale lo storico isra-
             eliano Jacob Talmon intravedeva le origini della democrazia totalitaria.
                Questa è la maledizione delle fedi messianiche: nascere dagli impulsi più no-
             bili dell’uomo e degenerare in strumenti di tirannide. Una fede esclusiva non può
             ammettere opposizione.  Essa è destinata a sentirsi circondata da innumerevoli
             nemici [...] Da questo senso di pericolo  sorgono le loro continue richieste  di
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             protezione dell’ortodossia tramite il terrore .

             9  Vladimir I. Lenin, opere scelte, Roma, Editori Riuniti, 1965, p. 713.
             10  Ibid.
             11  Jacob L. Talmon, Le origini delle democrazie totalitarie, Bologna, Il Mulino, 1967, p.
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