Page 79 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             periodo storico , ma è piuttosto metastorico e fa appello alla visione cristiana
             del mondo. Nella Russia moderna questo approccio, che si ritrova sia nella sfera
             intellettuale sia nella coscienza comune, si fonda sull’idea che le rivoluzioni
             portano soltanto il male e sono messe in pratica da una volontà malvagia, non
             importa quanto siano belli i suoi slogan. Non ci sono fini che giustifichino i mez-
             zi rivoluzionari. Questa idea è profondamente radicata nella coscienza russa e si
             è manifestata in tutta la sua evidenza dopo la perestrojka e il collasso dell’Urss,
             e in considerazione dell’attuale era di instabilità che sia la Russia sia il mondo
             stanno vivendo. Persino il termine «rivoluzione» nella lingua russa viene asso-
             ciato all’ideologia liberale e alle politiche «interventiste» dell’Occidente. Questo
             approccio si è rafforzato soprattutto nella società russa e nel linguaggio politico
             russo ufficiale nei primi anni dopo il 2010, tra i tentativi di realizzare una rivolu-
             zione arancione in Russia e l’inizio della crisi ucraina. La visione tradizionalista
             della rivoluzione del 1917 e il fenomeno delle rivoluzioni in generale si stanno
             gradualmente sviluppando anche nel pensiero filosofico occidentale moderno.
             Tale approccio respinge anche le rivoluzioni borghesi, socialiste o colorate ed è
             per lo più condiviso dai «think tank» e filosofi le cui vedute sono vicine alla tra-
             dizione cristiana, e che si oppongono alla situazione ricorrendo ai valori secolari
             che dominano il mondo moderno.
                Perciò, dal punto di vista dell’etica politica, i diversi approcci nei confronti
             della rivoluzione russa si riducono a quello neo-liberale e tradizionalista. L’inter-
             pretazione neo-liberale presta scarsa attenzione alla rivoluzione di febbraio, dan-
             do maggiore attenzione a quella di ottobre, di cui giustifica gli eventi e le derive
             storiche. Considera inoltre il fenomeno della rivoluzione come un meccanismo
             positivo ai fini del progresso  storico e dello sviluppo della società. In questo
             caso la teoria della rivoluzione è nettamente separata dalla sua tragica prassi.
                L’approccio tradizionalista viene rafforzato come risposta all’instabilità in-
             ternazionale e all’aumento dei conflitti locali, che spesso divampano proprio con
             l’aiuto di meccanismi rivoluzionari. Dunque, secondo questa interpretazione, i
             metodi rivoluzionari sono eccessivi e difettosi per loro natura.
















             18  Ibid.
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