Page 82 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             sta autonoma: la deutsche Nation, lungi dall’esaurirsi nella reazione all’invasore
             francese riassunta da Fichte, si dotava di una sua visione e di un suo armamen-
             tario ideale. All’interno del mondo di lingua e cultura tedesca l’idea di nazione
             che cova in Prussia appare più idonea ad affrontare il secolo nascente, nel quale
             sarà proprio l’idea di nazione ad assurgere a forza dominante, rispetto ad un’idea
             imperiale asburgica che sentiva il peso degli anni e appariva sempre più inattuale
             in un’Europa in tumultuoso cambiamento.
                La storiografia ha ampiamente documentato i passaggi racchiusi tra il 1815,
             anno di conclusione del congresso di Vienna all’indomani del quale l’Austria è
             confermata come leader della confederazione tedesca, e il 1866, quando a Sa-
             dowa Bismarck decreta con le armi la subordinazione dell’Austria alla Prussia.
             All’interno di questo arco temporale vi è una data, certamente meno “appari-
             scente” del 1866, che segna una svolta nel mondo tedesco: è il 1859, un altro mo-
             mento storico che, come Caporetto, segna la storia dell’Italia e quella del mondo
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             tedesco. Come rilevato da Hans von Srbik , il 1859 rappresentava il fallimento
             del progetto di Metternich e il frantumarsi dell’equilibrio di Vienna, accompa-
             gnato da un epocale passaggio dal principio dinastico a quello di nazionalità.
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             Come rilevato da Franco Valsecchi ,  la cultura tedesca aveva correttamente in-
             quadrato il 1859 come vera e diretta premessa del 1866.
                Questa seconda data, in cui la Prussia muove guerra rapida e vittoriosa contro
             l’Austria, ha rappresentato il momento in cui la Prussia ha assunto il comando
             definitivo del processo di unificazione della Germania, decretando la prevalenza
             dell’opzione kleindeutsch su quella grossdeutsch, che invece prevedeva un mon-
             do tedesco debolmente “confederato” sotto guida asburgica.
                Il 1866 non rappresenta però un momento dirimente  dell’identità  dei due
             mondi,  quello  prussiano-tedesco  e  quello  asburgico.  La  sconfitta dell’Austria
             non si traduce infatti in una effettiva subordinazione degli obiettivi politici di
             quest’ultima a quelli della Prussia: le due potenze restano indipendenti nella pro-
             iezione geopolitica, nella visione dell’Europa e nell’identificazione dei alleati e
             dei nemici. A questo contribuì anche la decisione di Bismarck, che già all’indo-
             mani della sconfitta austriaca si astenne dall’imporre una pace gravosa o dall’im-
             porre condizioni ai “cugini” sconfitti.
                La mancata convergenza sarebbe divenuta nei decenni a seguire un tratto
             costante del rapporto tra Berlino e Vienna e sarebbe emersa come un fattore
             divisivo nei momenti più critici della storia europea. Come noto, le mire bal-
             caniche del governo di Vienna avrebbero compromesso il funzionamento del
             Patto dei tre imperatori del 1873, obbligando Bismarck a una serie di correzioni


             1  Hans von Srbik, Deutsche Einheit. Idee und Wirklichkeit vom Heiligen Reich bis Königgrätz,
                Bruckmann, München, 1935–1942.
             2  Rassegna storica del Risorgimento, 1936, p. 1166.
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