Page 85 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             statunitense non sarebbe approdata a causa delle eccessive divergenze tra i due
             schieramenti ed anzi, anche gli Stati Uniti avrebbero progressivamente mutato
             i loro orientamenti, contrapponendosi vieppiù alla Germania, contro la quale
             sarebbero entrati in guerra nell’aprile dell’anno successivo.
                Il fallimento dell’iniziativa statunitense non significò il venire meno del di-
             scorso sulla pace, che divenne il filo rosso della diplomazia di guerra fino al mar-
             zo del 1918, quando la pace di Brest Litovsk sancì la prima battuta d’arresto del
             conflitto. Il motore della strategia di pace divenne l’Austria-Ungheria, dove l’im-
             peratore Carlo era da poco succeduto al nonno, Francesco Giuseppe. Il nuovo
             imperatore si trovò in sintonia con l’iniziativa del ministro degli Esteri, Ottokar
             von Zernin, volta a “circoscrivere gli obiettivi di guerra”. Tra la fine del 1916 e il
             giugno del 1917 si delineò così l’iniziativa diplomatica austriaca, la componente
             più nota e importante della quale fu la missione diplomatica di Sisto di Borbone
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             Parma . Gli austriaci cercarono di trovare un accordo con gli anglo-francesi in
             modo da potersi concentrare sulla guerra contro l’Italia. Per questo erano dispo-
             sti a sostenere la ricostituzione di un Belgio neutrale, nonché le rivendicazioni
             francesi sull’Alsazia Lorena. Il dato interessante della proposta austriaca stava
             proprio nelle “concessioni” che questa era disposta a fare: in buona sostanza
             Vienna non cedeva nulla dei propri territori, mentre largheggiava con l’Intesa
             sulla cessione di territori rivendicati dal loro principale alleato. Nella proposta
             austriaca vi era una naturale presa d’atto della situazione, almeno per quel che
             riguardava il Belgio: la violazione della neutralità belga era immediatamente
             assurta, complice anche una macchina di propaganda molto dinamica, a simbo-
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             lo della barbarie della guerra . Ben diverso era invece il discorso sull’Alsazia
             Lorena: qui gli austriaci avevano mostrato in maniera evidente la disponibilità a
             sacrificare un interesse prioritario dei tedeschi pur di trovare un compromesso.
                Come noto, gli alleati mantennero un atteggiamento fortemente contraddit-
             torio, facendo trapelare una tendenza alla trattativa dietro le risposte ufficiali
             che respingevano le profferte austriache. La nota alleata del 10 gennaio 1917
             rigettava esplicitamente ogni proposta di pace con il nemico. In questo modo si
             riaffermava l’unico vincolo formale che legava Franca, Gran Bretagna e Russia,
             cioè l’impegno del settembre 1914 a non stipulare paci separate. Gli alleati espri-
             mevano il loro pieno sostegno alle rivendicazioni avanzate dai loro alleati italia-
             ni, slavi, cecoslovacchi e rumeni. A bilanciare questo slancio vi era l’oggettivo
             interesse degli anglo-francesi a concentrare le loro forze contro la Germania, il



             4  Sul dibattito interno all’Austria-Ungheria sulle prospettive di pace si veda: John Deak, “The
                Great War and the Forgotten Realm: The Habsburg Monarchy and the First World War.” The
                Journal of Modern History, vol. 86, no. 2, 2014, pp. 336–380.
             5  Larry Zuckerman, The Rape of Belgium: The Untold Story of World War I, New york Univer-
                sity Press, 2004.
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