Page 153 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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                   importanza che, nell’interesse esclusivo della guerra, assumeva l’armo-
                   nia fra l’organo di produzione e quello di impiego dei mezzi aeronautici,
                   io mi sono costantemente occupato e preoccupato di dirimere ogni causa
                   di dissenso e di antagonismo. posso dire che ogni qualvolta ho conferi-
                   to verbalmente coll’on. Commissario Generale, il colloquio ha portato a
                   una intesa; ma nella corrispondenza epistolare e, in genere, nelle relazioni
                   d’ufficio, le divergenze di vedute di metodo, di competenza, formali o
                   sostanziali, sono state purtroppo numerose e, a pare mio, attribuibili, in
                   parte, alla febbrile, disordinata, inorganica attività dell’on. Commissario
                   Generale, e, pel rimanente, alle intempestive ingerenze di persone che, per
                   delegazione avuto o usurpata del Commissario Generale, agivano in suo
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                   nome”  .
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                pur riconoscendo al Commissario onestà, dedizione e patriottismo , sugli
             esiti del suo operato, Bongiovanni parlò senza perifrasi alla Commissione sul-
             le spese di guerra di “fallimento”. I tecnici, in particolare, si incaricarono di
             smontare poi quello che Chiesa si attribuì come suo principale merito e cioè
             l’eccezionale risultato, in termini quantitativi, ottenuto dall’industria aeronautica
             nell’ultimo anno di guerra con la produzione di oltre 6.000 velivoli, praticamente
             la metà di quelli realizzato nell’arco dell’intero conflitto. più d’uno, infatti, si
             premurò di sottolineare, e a ragione, che quel risultato fosse il frutto delle capa-
             cità di programmazione di Ricaldoni e colleghi .
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                Il confronto con il Comando Supremo sul ruolo e sulla natura dell’aviazio-
             ne doveva vedere alla fine prevalere, come già evidenziato, il pragmatismo dei
             vertici militari, più realistici nel valutare possibilità e limiti del mezzo aereo.
             Non potendo contare su velivoli idonei Chiesa, e con lui Douhet, non furono in
             grado di dare seguito pratico alle loro idee, facendo apparire prematura, almeno
             nel 1918, ogni ipotesi di guerra nell’aria totalmente svincolata dalle operazioni
             di superficie.
                Nel settembre-ottobre 1918 il Comando Supremo emanava le Direttive per
             l’impiego delle grandi unità nell’attacco e le Direttive per l’impiego delle gran-


             79  Deposizione Bongiovanni.
             80  per il suo capo di gabinetto Bontempelli, Chiesa aveva “agito con entusiasmo e forse con
                 eccessivo slancio, per il solo desiderio di creare un’invincibile flotta aerea”. aSCD, Commis-
                 sione parlamentare sulle spese di guerra, b. 130bis, fasc. 909, sottofasc. 7, deposizione di
                 aurelio Bontempelli.
             81  per tutti, la deposizione del maggiore amedeo Fiore in aSCD, Commissione d’inchiesta sulle
                 spese di guerra, busta 130bis, fasc. 909, sottofasc. 8. Sulle decisioni di Chiesa circa la DTaM
                 tornò una commissione interna al Ministero della Guerra, presieduta dal generale ajò (inca-
                 ricata nel 1920, contemporaneamente a quella parlamentare, di un’indagine sulle gestioni ae-
                 ronautiche), che rimproverò a Chiesa di aver smantellato l’organizzazione preesistente senza
                 sostituirla con una nuova, più efficace; la relazione finale della Commissione ajò è in aSCD,
                 Commissione d’inchiesta sulle spese di guerra, busta 130bis, fasc. 909, sottofasc. 2.
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