Page 157 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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                cacciò pattuglie avversarie infiltratesi nella nostra linea. …incitò i com-
                battenti alla resistenza e diede bella prova di audacia contrattacando, con
                pochi volenterosi, delle pattuglie nemiche, finché cadde colpito a morte a
                pochi passi dall’avversario.” ;
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                “... attivo nel raccogliere e ricondurre al combattimento militari dispersi
                … in momenti difficili, cooperò validamente a tenere salda la linea di
                combattimento ed a contrastare il passo al nemico.” ;
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                “... accorreva spontaneamente e con mirabile ardimento ove più ferveva
                la lotta ed ove era maggiore il pericolo, infondendo coraggio negli uomini
                che, esausti, stavano per cedere, e riconduceva in linea i ritardatari. …
                finché… lasciava nobilmente,”
                Sono espressioni queste ricorrenti nelle motivazioni delle tante decorazioni
             relative alla battaglia “del solstizio”, così come in quelle dei ben 1.872 ricono-
             scimenti al valor militare concessi in tutto il corso della Grande Guerra. Espres-
             sioni che danno il chiaro senso dell’umana partecipazione allo sforzo e spesso al
             dramma dei fanti sulla prima linea, prima ancora che del coraggio e del senso del
             dovere spinto sino al sacrificio. E se da un lato è vero che il comportamento de-
             gli eroi è per stessa definizione fuori dall’ordinario, dall’altro occorre osservare
             come queste decorazioni siano in realtà legate al particolare coraggio dimostrato
             in combattimento e spesso alla morte in battaglia dei protagonisti, mentre quel
             “ricondurre” il soldato, in qualche caso quasi paterno (“rianimandoli con la pa-
             rola”, “infondendo coraggio”), sicuramente in molti casi necessariamente più
             “ruvido”, che si ripete spesso nelle motivazioni, appare elemento sostanzialmen-
             te di sfondo, ovvero l’azione ordinaria del carabiniere sul campo di battaglia.
             Del resto, i soldati disorientati dall’esplosione delle granate nemiche non erano
             i traditori pretesi da Cadorna ma i giovani che provenivano da quelle stesse con-
             trade dove i carabinieri prestavano servizio e i comandanti dei reparti di prima
             linea avevano bisogno di combattenti, non certo di fucilati. Così descrive alcuni
             momenti della battaglia del solstizio il diario di guerra di uno dei plotoni cara-
             binieri impegnati dove l’avanzata del nemico si spinse più in profondità sulla
             sponda destra del Piave: “Alle 18 furono lanciate granate con gas lacrimoge-
             ni ed i militari del 18° Reparto d’Assalto, che trovavansi sulla linea difensiva,
             abbandonarono quasi tutti le armi retrocedendo disordinatamente. Accorso il
             Tenente… affrontò circa 120 dei predetti militari ed imponendosi colle armi alla
             mano… e sotto intenso fuoco di artiglieria nemica, riuscì a fermare gli sbandati,
             riordinarli e preso il comando dei medesimi li ricondusse in linea, consegnan-


             6   Dalla motivazione della medaglia d’argento al valor militar “alla memoria” al Mar. Giuseppe
                 Gullino (San pietro Novello - TR, 19 giugno 1918).
             7   Dalla motivazione della medaglia d’argento al valor militar al V.Brig. pietro acciarri (Mon-
                 tello-Nervesa - TR, 19 giugno 1918).
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