Page 160 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             …e nelle retrovie
                Dei numerosi e complessi compiti affidati ai Carabinieri nelle retrovie si è
             già trattato in occasione dei precedenti convegni di storia militare dedicati alla
             Grande Guerra. Tra i tanti contingenti impegnati in compiti meno noti e ricordati,
             ma non meno necessari nella complessa gestione del fronte, venne costituito nei
             primi giorni del 1918 persino un Battaglione Provvisorio Autonomo Carabinieri,
             con la forza di 11 ufficiali, 50 sottufficiali e 375 militari di truppa, posto alle di-
             rette dipendenze del Comando Generale del Genio, per la sorveglianza sui lavori
             e sugli operai civili impegnati nella realizzazione di opere militari. Un prov-
             vedimento ordinativo che non sorprende esaminando i diari di guerra di alcuni
             reparti: il solo Battaglione Autonomo Carabinieri addetto al Comando Supremo,
             di cui ci è giunta una maggiore documentazione, annota l’accompagnamento
             presso i cantieri del Genio nell’arco della guerra di ben 52.837 operai, nonostan-
             te non fosse certo questo il compito prevalente del reparto.
                Per intendere le dimensioni dell’impegno a ridosso del fronte e per restare
             ai soli numeri del citato battaglione, prioritariamente incaricato della sicurezza
             del Comando Supremo, si conteranno al termine del conflitto i riaccompagna-
             menti ai propri reparti di 22.567 militari a diporto e di 1.920 militari disertori
             o allontanatisi arbitrariamente dal servizio, nel mentre venivano perseguiti, in
             concorrenza con l’Arma territoriale, anche 1.200 tra reati e contravvenzioni al
             codice penale comune. Nel solo periodo successivo alla ritirata di Caporetto, lo
             stesso reparto provvide all’avviamento ai campi di raccolta di 16.537 militari e
             di 3.780 operai sbandati e all’allontanamento dalla città di Padova di 3.150 civili
             non muniti di documenti che ne giustificassero la presenza in zona di operazioni.


             Sul fronte interno
                L’Arma si trovò ad affrontare anche su tutto il restante territorio nazionale
             impegni non minori che al fronte, a ranghi ridotti, come si è già detto, per l’enor-
             me numero di carabinieri mobilitati nelle zone di guerra, sebbene la loro assenza
             fosse stata in qualche modo compensata nel corso del 1917 con l’istituzione dei
             Carabinieri ausiliari. Si trattava di caporali e di soldati di leva tratti dalle altre
             Armi e dagli altri Corpi del Regio Esercito che raggiunsero le 18.000 unità e che
             furono principalmente impiegati presso le Legioni per le crescenti esigenze di
             ordine pubblico, turbato da scioperi e manifestazioni di piazza antimilitariste,
             specie nelle città operaie ma anche nelle campagne.
                I disordini, spesso legati al razionamento dei viveri e che spesso videro prota-
             goniste le donne, avevano toccato il loro culmine nell’agosto del 1917 a Torino,
             durante la così detta rivolta del pane, con barricate nelle strade e l’intervento
             dell’Esercito, con un bilancio di alcune decine di morti, circa duecento feriti e
             un migliaio di arresti. Già una circolare del Comando Generale dell’Arma del 7
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