Page 159 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             Bersaglieri (7° e 11° Reggimento) e da reparti della Brigata Marina (più tardi
             Reggimento “San Marco”) della Regia Marina, per una forza complessiva di
             circa 2.600 uomini al comando del Tenente Generale Petitti di Roreto . Tuttavia,
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             la prima compagine militare a sbarcare effettivamente sul molo San Carlo, oggi
             molo “Audace”, fu una compagnia di formazione di 200 carabinieri, tratta dal
             Battaglione Autonomo adibito al Comando Supremo, agli ordini del Capitano
             Umberto Russo e di altri tre ufficiali subalterni, imbarcata sulle 4 torpediniere,
             tra cui l’Audace, che fecero per prime ingresso nel porto di Trieste, poco prima
             delle ore 16.00. I Bersaglieri sbarcarono da una seconda formazione navale, co-
             stituita in gran parte da naviglio mercantile, giunta nel porto di Trieste circa due
             ore più tardi. I carabinieri, alle dipendenze dirette del Comandante del corpo di
             spedizione come polizia militare, si occuparono in effetti di ripristinare subito
             in città i primi servizi di vigilanza e di polizia anche in favore della popolazione
             civile, per sopperire ad una situazione della sicurezza pubblica apparsa subito
             molto critica. La città di San Giusto, a causa della guerra che ne aveva interrotto
             i commerci e i rifornimenti, era ridotta allo stremo e gli austro-ungarici, nell’ab-
             bandonare la città, avevano lasciato incustodite le porte delle carceri cittadine.
             In questa situazione si erano verificati saccheggi di case e negozi. I carabinieri,
             insediatisi presso la “Caserma Grande”, iniziarono immediatamente ad effettua-
             re pattuglioni di perlustrazione nei principali rioni della città riuscendo, in breve
             tempo, a ristabilire l’ordine.
                Quasi in contemporanea alla liberazione della città di Trieste, le avanguardie
             della 1ª Armata del Regio Esercito entravano anche a Trento e con esse le sezioni
             e i plotoni Carabinieri, che con l’ausilio di un battaglione d’assalto provvidero al
             rastrellamento e al concentramento di un enorme numero di prigionieri. All’arri-
             vo degli Italiani, infatti, molti militari austro-tedeschi, ungheresi e slavi, temen-
             do più la fame che la prigionia, preferirono la resa alla ritirata.
                Due plotoni di carabinieri distaccati della 3ª Compagnia del battaglione ad-
             detto al Comando Supremo, entrati a Trento sotto il comando del Capitano Mon-
             tuori, costituirono un Nucleo di formazione per il Comando Carabinieri Reali
             della Piazza di Trento, che provvide nelle settimane successive all’impianto di
             nuovi comandi territoriali dell’Arma nella Venezia Tridentina, trasformando i
             reparti mobilitati in comandi territoriali ed avviando in quella regione l’Arma
             verso la sua funzione d’istituto vera e propria, compito che verrà più tardi portato
             a termine con l’impianto della Legione provvisoria autonoma di Trento.







             10  Di lì a qualche mese diventerà Comandante Generale dell’arma e più tardi presidente del
                 Comitato esecutivo per la realizzazione del monumento nazionale al Carabiniere a Torino.
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