Page 158 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             doli al Tenente… dello stesso Battaglione. Durante la giornata ed in più ripre-
             se vennero raccolti per le campagne circa cinquanta militari sbandati del 47°,
             48° e 222° Fanteria e ricondotti in linea”, e l’indomani “L’azione continua con
             violenza ed i militari del Plotone sono permanentemente in servizio sotto i tiri
             nemici per fermare gli sbandati e ricondurli in linea” . Pur non nascondendoci
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             che nel momento più drammatico di un iniziale sfondamento delle nostre linee, il
             19 giugno, quando più reparti contemporaneamente “incominciarono a retroce-
             dere e a sbandarsi disordinatamente”, lo stesso diario ammette che fu necessario
             ricorrere al fuoco delle armi in dotazione e di una mitragliatrice dei Bersaglieri,
             senza tuttavia accennare ad eventuali effettive conseguenze ai danni dei militari
             che indietreggiavano.
                Altrettanto da vicino i Carabinieri furono coinvolti nella successiva vittorio-
             sa offensiva di Vittorio Veneto, dapprima in aderenza ai reparti dell’Esercito in
             avanzata quindi impegnati nella gravosa gestione dei prigionieri, nel recupero
             dei materiali bellici abbandonati dal nemico e nel ripristino delle condizioni di
             sicurezza pubblica nei territori liberati/occupati.
                Un numero considerevole di carabinieri (173), in proporzione alle dimensioni
             dell’Arma, ritroviamo in prima linea anche tra i pionieri del Corpo Aeronauti-
             co Militare dell’Esercito. Il 1918 è in particolare l’anno dell’impresa più nota,
             grazie ad una copertina della Domenica del Corriere, dell’allora V.Brig. Ernesto
             Cabruna, M.O.V.M., che attaccò da solo una formazione di undici velivoli nemi-
             ci che stavano per penetrare in territorio italiano, abbattendo il capo pattuglia e
             disperdendone i gregari.
                I Carabinieri furono testimoni attenti e discreti anche dell’atto conclusivo del-
             le ostilità: quando il 30 ottobre una delegazione di sette plenipotenziari austriaci,
             guidata dal Generale Victor Weber Edler von Webenau, si presentò davanti agli
             avamposti italiani nei pressi di Serravalle all’Adige per trattare le condizioni
             di un armistizio, gli ufficiali nemici vennero affidati ai carabinieri del Capitano
             Giuseppe Pièche  a Villa Giusti, nei pressi di Abano, sede delle due Sezioni Ca-
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             rabinieri addette al Comando Supremo. Lo stesso ordine del Generale Diaz di
             “cessate il fuoco”, diramato dalla stazione radio di Padova alle ore 18.40 del 3
             novembre 1918, riporta in calce l’annotazione “Recapitato dal Ten. Tigri – 113^
             Sez. RR.CC. Com. Supremo”.
                Nelle stesse ore in cui a Villa Giusti si stavano perfezionando gli accordi per
             l’armistizio, le truppe italiane giungevano a Trento e a Trieste. Gli assetti princi-
             pali del contingente militare partito da Venezia la mattina del 3 novembre 1918
             con l’incaricato di occupare la città di Trieste erano costituiti da una Brigata


             8   Diario storico-militare del 300° plotone Mobilitato Carabinieri Reali schierato nella zona di
                 San pietro Novello (TV), resoconti delle giornate 16 e 17 giugno 1918.
             9   Futuro Comandante Generale nel 1943 dei Carabinieri dell’Italia Liberata.
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