Page 168 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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                Lo sforzo richiesto alla Guardia di finanza fu, quindi, davvero considerevole!
                Si trattò di un processo di mobilitazione rapido ed efficace, grazie al quale fu
             assicurato il dispiegamento al fronte di dodicimila uomini e, contestualmente, i
             rimanenti ventimila finanzieri furono impiegati da parte dello Stato per tutelare
             il c.d. “fronte interno”, al fine di garantire la continuazione del servizio d’istituto
             sul territorio nazionale.
                Così, migliaia di Fiamme Gialle continuarono ad operare in patria e all’e-
             stero, nella vigilanza presso i varchi doganali, nella prevenzione e repressione
             del contrabbando, nel concorso al mantenimento dell’ordine e della pubblica
             sicurezza, nei servizi di polizia militare, nella vigilanza litoranea a protezione
             delle coste (soprattutto nord orientali del paese) e delle acque interne (quelle me-
             ridionali del Lago di Garda), compiti questi che, per l’intera durata del conflitto,
             furono svolti molto efficacemente dalla Regia Guardia di finanza.
                a guerra avviata, dal momento che erano poco probabili azioni nemiche pro-
             venienti dal Mare adriatico già vigilato dalla Regia Marina, il Comando Supre-
             mo del Regio Esercito ritenne opportuno concentrare le forze disponibili lungo
             la linea del fronte di guerra ubicata in prossimità del confine nord-orientale (che
             attraversava le alpi e il Carso) e pertanto dispose anche che i Battaglioni “costie-
             ri” del Corpo fossero trasferiti a nord, per essere opportunamente rischierati. Fu
             così che, accanto alle Guardie di finanza “alpine”, furono schierati anche reparti
             di finanzieri non avvezzi, inizialmente, alla montagna e male equipaggiati per
             quel tipo di ambiente. a presidio delle coste restarono, invece, i reparti stanziali
             costituiti dalle Brigate e dai Distaccamenti litoranei.
                I Battaglioni mobilitati della Regia Guardia di finanza furono dislocati sul
             fronte italo-austriaco, combattendo insieme alla Fanteria, durante quarantadue
             mesi di guerra, impiegati sull’altopiano di asiago, sulle Dolomiti, in Carnia e sul
             Carso ed inquadrati nelle armate e Corpi d’armata del Regio Esercito: soldati
             tra i soldati, dai primi colpi di fucile sparati al confine dalle Guardie di finanza
             nel maggio del ‘15, fino all’eroica difesa del piave che seguì alla ritirata di Capo-
             retto ed alla travolgente controffensiva e successiva avanzata a Vittorio Veneto,
             nel ‘18.
                proprio in ragione della funzione di vigilanza svolta in tempo di pace a pre-
             sidio della frontiera nord-orientale, come accennato in precedenza, i finanzieri
             furono i primi a intervenire nel conflitto. I primi colpi di fucile italiani della
             Grande Guerra furono esplosi proprio da due Guardie di finanza appartenenti
             al II Battaglione – le Medaglie di Bronzo al Valor Militare Costantino Carta
             e pietro Dall’acqua – «…vedette insonni del confine le più avanzate e le più
             sole sempre, perché questo è il comando, il giuramento, il premio…»  le quali,
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             10  Così come riportato nell’epigrafe della stele commemorativa elevata sul ponte di Brazzano e
                 ad essi dedicata.
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