Page 269 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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XXIII successivamente, ricordando quell’esperienza, ebbe a dire del ruolo: “…
il Signore fecondò questo servizio che valse a guadagnare tanta stima al nostro
clero e ad avviare i nuovi rapporti dello Stato con la Chiesa, coronati dai Patti
Lateranensi…” e della guerra scrisse: “…la terribile guerra, così dolorosa per
tutti, è il calvario speciale delle madri e delle spose: essa le tiene come la Vergi-
ne martire, in piedi presso la croce…” . Neanche al soldato semplice Francesco
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Forgione fu risparmiata la chiamata alle armi per mobilitazione, dal R. D. del 22
maggio 1915. San Padre Pio lasciò Pietrelcina lunedì 6 dicembre 1915 per dirigersi
alla volta di Napoli. Dopo essere stato in osservazione presso alcuni ospedali militari
di Benevento e Caserta, il frate giunse nel capoluogo campano, presso l’Ospedale
Militare della Trinità e qui venne assegnato alla 10ª Compagnia di Sanità in Napoli
ossia alla Caserma Sales .
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Il 4 novembre 1918 alle ore 15 terminò il conflitto e fu proclamata la fine
della Grande Guerra nel fronte italiano. Il Generale Armando Diaz emanò un
bollettino che celebrava, non senza retorica, la vittoria riportata ai danni di “…
uno dei più potenti Eserciti del mondo…” . Quel giorno di circa un secolo fa si
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completò, così, il processo dell’unificazione italiana confermato con la Grande
Guerra che, a quel tempo, fu definita la IV Guerra d’Indipendenza. Oltre cinque
milioni gli uomini mobilitati, appartenenti a ventisette classi di leva. I caduti
furono seicentottantamila, con oltre un milione di feriti, di cui duecentosettanta-
mila mutilati. E a questo grande sforzo di massa per la vittoria partecipò attiva-
mente anche la Chiesa cattolica che, dimentica nel frangente della spoliazione
del potere temporale, scelse di stare con gli italiani. Lo Stato liberale, nell’im-
mediato seguito, non ebbe però molta riconoscenza per questo servizio prestato
dagli uomini di Dio in divisa. Li attendeva, subito dopo il sacrificio e la trincea,
un breve periodo all’Ufficio castrense di Roma, anticamera del dimenticatoio
e della smobilitazione. Lo Stato liberale infatti, non aveva per parte sua ancora
metabolizzato la recente guerra con lo Stato Pontificio e non ebbe fiducia in un
ritorno pieno del fattore religioso nelle caserme italiane temendo l’innescarsi
di un eccessivo processo di confessionalizzazione dei coscritti , tale da poter
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mettere in pericolo nel cuore dei giovani militari l’amore per la nazione appena
55 Riflessione contenute nel suo Giornale dell’anima (Gda, 587) a commento vedi MEL-
LoNI a., Il Giornale dell’anima, Jaca Book, Milano, 2000.
56 La figura di padre pio militare è affrontata nel lavoro di pREzIUSo G., padre pio solda-
to, Edizioni padre pio da pietralcina, San Giovanni Rotondo, 1996.
57 per il testo completo del c.d. Bollettino della vittoria vedi https://www.difesa.it/primo
piano…, 1
58 Questa ictu oculi ci appare la ragione politica di fondo ispiratrice del R.D. 29 ottobre
1922 che liquida tale figura, cfr. DE oTo a., altare e mostrine. Contributo allo studio
dell’evoluzione normativa del servizio di assistenza spirituale ai militari in Italia, Cedam,
padova, 2018, 16.

