Page 272 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             gono di separarlo dalle figure di Vescovo (con gli incarichi che ne seguiranno),
             di patriarca di Venezia e di papa, inquadrandolo semplicemente nel ruolo di Sa-
             cerdote, “chiamato alle armi”: appunto, con rispetto parlando, uno dei tanti Sa-
             cerdoti, Militari e Cappellani militari, che hanno partecipato alla prima Guerra
             Mondiale, come tutti i cittadini del Regno d’Italia, chiamati nel loro ruolo.

                Sintetizziamo, dunque, alcuni tratti distintivi della spiritualità di Don angelo
             Roncalli, cercando di evincerli da una analisi particolare del testo seguente:
                Loris Francesco CapoVILLa
                   “GIOVANNI  XXIII  IL  GIORNALE  DELL’ANIMA  e  altri
                   scritti di pietà”
                   Sezione 1915 - 1918: La pRIMa GUERRa MoNDIaLE (Testo
                   allegato) Edizioni San Paolo 1989

                   Struttura della riflessione:

                   I.       Il senso religioso di Dio nella sua vita
                   II.      Il Sergente di Sanità e il Cappellano Militare
                   III.     La sciagura della guerra come “singolare” occasione di
                            incontro con l’umano
                   IV.      La predilezione per i giovani

                   CoNCLUSIoNE “laica” ESoRTazIoNE “cristiana”

             Il senso religioso di Dio nella sua vita
                ad una prima lettura, anche la più superficiale, si presenta un genere lette-
             rario (cioè un modo di scrivere: forma e contenuti, lessico ed espressioni) che
             definiremmo
                “religioso”, nel senso più nobile del termine: non vi è ragionamento, né ri-
             flessione che non siano sviluppati come espressione di un profondo “timor di
             Dio” in senso biblico: ossia, tutto ciò che concerne l’esistere nella sua totalità
             è accolto, interpretato e affrontato con la chiara consapevolezza che si vive al
             cospetto di Dio.
                Nella Bibbia, l’antico Testamento in questo caso, si usa, spesso, una espres-
             sione ebraica che, tradotta in italiano, recita così: “alla faccia di Dio”. Il credente
             è consapevole che quanto vive in ogni momento sta di fronte a Dio, è al cospetto
             di Dio: il “santo timor di Dio” rappresenta, perciò, questa consapevolezza e que-
             sta condizione dell’esistere, che diventano uno stile di vita, un modo di essere,
             una mentalità che, insieme, determinano ogni valutazione e ogni decisione. Don
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