Page 266 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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266 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
3. Caporetto, l’ora più buia: i “dodici apostoli”.
La vittoria finale e il destino dei cappellani militari italiani.
Nell’agosto del 1917 l’Impero Austro-Ungarico pareva essere giunto alla fine
di un ciclo storico , ad un passo dalla sconfitta totale. Il suo elefantiaco e mul-
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tietnico esercito costituito in gran parte da popoli soggiogati nel tempo si trovò
in forte difficoltà sui fronti serbo, polacco e ucraino e subì una lunga serie di
rovesci. L’antica monarchia degli Asburgo, in questo clima, sembrava instabile e
facilmente sottoponibile a rotture politico-istituzionali. Solo il fronte italiano ap-
pariva militarmente stazionario, ma ragionevolmente l’Esercito tricolore prima
o poi avrebbe sfondato, anche solo per il fatto che il nemico risultava material-
mente impegnato in più aree di combattimento. La Germania dal canto suo, non
poteva permettersi di perdere il principale alleato e così decise che bisognava
agire sul fronte italico. Sei divisioni tedesche furono inviate sul posto. All’al-
ba del 24 ottobre 1917 tonnellate di gas tossici e proiettili di artiglieria furono
lanciate sulle linee avanzate difese dall’esercito italiano, vicino al piccolo paese
di Caporetto (oggi Kobarid). Nelle ore immediatamente successive migliaia di
soldati austriaci e tedeschi attaccarono passando attraverso la breccia apertasi
nello schieramento italiano. Dopo una giornata di aspri combattimenti gli italia-
ni cominciarono a ritirarsi. Una ritirata che prese a tratti la forma di una vera e
propria rotta del nostro Esercito, fermatosi per mai più arretrare, soltanto quattro
settimane dopo, in corrispondenza della famosa linea del Piave. Quarantamila
soldati italiani furono uccisi o feriti e altri trecentosessantacinquemila furono
fatti prigionieri .
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L’impegno concreto della Chiesa cattolica raggiunse infatti il suo acme in
questo terribile frangente. In quella situazione bellica disperata, la reazione mes-
sa in campo nell’immediatezza della disfatta di Caporetto da parte del Vescovo
di campo fu quella di un patriota che vedeva il suo schieramento al collasso. I
toni di Mons. Bortolomasi infatti, non furono quelli soliti, i toni pacati di un
ecclesiastico del tempo, egli parlò invece come un italiano allarmato che vede-
va la sua Patria in grave pericolo. Con gli austriaci a 70 km da Venezia temeva
anch’egli, nonostante la “questione romana” fosse ancora una ferita aperta e san-
guinante, che la giovane nazione italiana si disfacesse e desiderò spronare i suoi
uomini, quegli uomini di fede che servivano in divisa, a riprendere il lavoro tra le
truppe con ancor maggiore determinazione. Stato Maggiore dell’Esercito e parte
42 Sulle cause che porteranno di lì a poco alla fine dell’Impero asburgico per tutti VaLIaNI
L., La dissoluzione dell’austria-Ungheria, Il Saggiatore, Milano, 1996.
43 Sulle ragioni che portarono alla sconfitta di Caporetto, nella sterminata bibliografia a
disposizione si vedano i recenti studi di BaRBERo a., Caporetto, Laterza, Roma-Bari,
2017 nonchè FaLSINI L., processo a Caporetto. I documenti inediti della disfatta, Don-
zelli, Roma, 2017.