Page 265 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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cappellani metodisti (di cui due subito revocati e poi reintegrati a guerra finita ).
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A sua volta, sul versante ebraico, animatore instancabile per la creazione di un
rabbinato militare, insieme ad Angelo Sereni, fu il romano Angelo Sacerdoti,
uomo che univa ad una solida cultura religiosa, uno spiccato senso patriottico .
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Tuttavia, non riscuoteva unanimi consensi interni, infatti per alcuni suoi correli-
gionari, fornire assistenza spirituale ad uno Stato che non fosse uno Stato ebrai-
co, implicitamente snaturava l’ebraismo, ancora sinonimo di internazionalismo
e di unità sovranazionale d’Israele stessa. Da non trascurare poi anche il c.d.
“fattore mimetico” che portava molti soldati-ebrei all’epoca, per motivi pratici, a
mescolarsi tra i cattolici, preferendo combattere da italiani fra italiani senza di-
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stinguo confessionali. Il numero seppur basso di cappellani di religione ebraica,
ma connaturato alla presenza effettiva nei ranghi dell’esercito di militi israeliti,
fu nel conto finale complessivo, di otto rabbini in divisa che operarono soprattut-
to negli ospedali effettuando anche alcuni servizi in prima linea . Possedevano
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nella divisa d’ordinanza un fregio apposito, composto da una stella di David
e da una corona d’Italia e controspalline nere perché fossero immediatamente
riconoscibili dai correligionari come da precisa ordinanza sul punto emessa dal
Ministero competente il 28 settembre 1915. Una figura da ricordare quella di
Angelo Sacerdoti, che operò con tenacia durante tutto il conflitto, garantendo
sepolture ebraiche e pane azzimo al fronte e organizzando anche i kippurim di
guerra a Ferrara, Padova e Verona per i combattenti italiani di religione ebraica .
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Ma l’ora più buia era in agguato prima della vittoria finale. Il precipitare della
situazione al fronte, dopo la rotta di Caporetto, richiese uno sforzo speciale, a
tratti estremo. La nazione era in pericolo di vita, necessitava un impegno straor-
dinario che nessuna norma avrebbe potuto codificare ma solo l’azione di uomini
desiderosi di giungere tramite il sacrificio al conseguimento della definitiva e
agognata unità nazionale.
37 La tardiva nomina di tre cappellani metodisti e la subitanea revoca di due di loro che la-
sciò di fatto solo il pastore Giuseppe La Scala operativo per tutto l’ultimo anno di guerra
non risponde a motivi chiaramente espressi e rinvenibili negli archivi. alcune ipotesi sul
punto sono formulate da RoCHaT G., I cappellani valdesi,..cit…, 14.
38 Cfr. ToSCaNo M., Religione, patriottismo, sionismo: il Rabbinato militare nell’Italia
della Grande Guerra (1915-1918), in zakhor, VII, 2005, 77-133.
39 Cfr. aBBINa p., Ci fu un rabbinato militare italiano nella Grande Guerra, in www.kolot.
it, 07/05/2014, 1.
40 parte della dottrina coeva parla invece di soli quattro cappellani di religione ebraica ope-
rativi in linea (probabilmente scomputando quelli che prestavano servizio negli ospedali)
Così BERNaREGGI a., Il clero negli eserciti. I cappellani militari. appunti di storia e
diritto, in La scuola cattolica, 1916/1, 416.
41 Cfr. DI SEGNI D.G., (voce) Sacerdoti angelo, in Dizionario Biografico degli italiani,
vol. 89/2017, 1.