Page 262 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             stituito e la salda tradizione nel cuore dei nuovi italiani di un sentimento antico,
             la devozione e il culto per la religione cristiano-cattolica , i sacerdoti in divisa
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             erano portatori di un verbo comune, di un lessico conosciuto e confortante nel
             momento supremo della prova. D’altronde, specularmente, dall’altra parte della
             barricata avveniva lo stesso, stante il gran numero di soldati austro-ungarici di
             religione cattolica romana (seppur in un immenso contenitore di fatto multietni-
             co e con diversi culti al suo interno) .
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                Tra pasticci amministrativi dell’allora Regno d’Italia, ritardi ed emergenze
             organizzative, lo sforzo della Chiesa cattolica fu finalmente messo in campo per
             la cura delle anime dei coscritti, che richiedevano tale conforto. L’istituzione
             del Vescovo di campo  e la nomina di Mons. Angelo Lorenzo Bortolomasi nel
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             giugno del 1915 con sede a Roma e un ufficio operativo, di riferimento a Tre-
             viso e di tre vicari da lui nominati, chiuse infatti un’imbarazzante pagina dato
             che le assegnazioni dei sacerdoti ai reparti erano state in un primo momento,
             nelle more dell’istituzione di un servizio strutturato di assistenza spirituale alle
             truppe, operate dai comandi militari direttamente! Detti pasticci normativi erano
             forse più da ascriversi, nel frangente, ad ignoranza operativa verso il fenomeno
             assistenza spirituale (ignoranza intesa ovviamente nel senso greco di non cono-
             scenza) condita da una certa disabitudine(?) all’istituto in sé da parte dei quadri
             direttivi del Comando militare in servizio in quel momento storico, più che ad
             una chiara volontà anticattolica . I fraintendimenti in punta di diritto canonico
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             anche all’interno dell’ufficio del Vescovo di campo non mancarono e la que-

             24  Sul punto v. LEzIRoLI G., Stato e Chiesa in Italia fra due Costituzioni, Giappichelli,
                 Torino, 2003, 34 che rileva come: “…in quei tempi l’Italia era stata “piemontizzata” con
                 ogni mezzo; l’idea di essere “uni” era ben distante, per non dire ignota, alla grande mag-
                 gioranza della popolazione. Tutti però si sentivano cattolici e tale cattolicità era il vero
                 vincolo che univa gli italiani…”.
             25  Rileva  però  in  maniera  condivisibile  GaLaSSo  G.,  Storia  d’Europa,  Laterza,  Ro-
                 ma-Bari,  2001,  675  come  anche  a  livello  più  generale,  nell’austria-Ungheria,  figlia
                 dell’ausgleich del 1867 “…la propensione cattolica dell’Imperatore e delle forze legate
                 nel mondo austriaco a un’antica tradizione in materia – una tradizione che da sempre
                 contrassegnava la dinastia e il paese – era comprensibile. La Chiesa cattolica era, inoltre,
                 e non solo in austria, di gran lunga la più potente delle organizzazioni ecclesiastiche
                 presenti sulla scena europea, e la sola ad avere ancora una qualche influenza nella grande
                 politica internazionale”.
             26  Sulla figura e le funzioni del Vescovo di campo cfr. pIGNoLoNI V., I cappellani militari
                 nella grande guerra, in https://www.difesa.it/InformazioniDellaDifesa/periodico/periodi-
                 co_2017/Documents/Numero1/cappellani_militari.pdf, 114.
             27  anche considerato il Decreto del Ministro della Guerra dell’ottobre del 1915 a firma
                 congiunta Salandra, Carcano, zuppelli, Tommaso di Savoia che disponeva un compenso
                 di 180 lire mensile per il ruolo di cappellano militare negli ospedali di riserva del Regio
                 Esercito. Cfr. CaVaTERRa E., Sacerdoti in grigioverde. Storia dell’ordinariato militare
                 italiano…cit…, 32.
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