Page 309 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             centrazione di chiese e di religiosi cattolici. In diverse lettere gli inglesi descris-
             sero il loro stupore di fronte alla presenza così evidente di preti e suore, e per il
             seguito che questi avevano presso la popolazione. Furono altrettanto impressio-
             nati per la ricchezza delle chiese cattoliche, guardata con puritana diffidenza. 30
                Nonostante l’odierna altissima opinione per la cucina italiana, allora gli in-
             glesi la consideravano povera, perché scarsa di carne, e sporca, anche se riconob-
             bero come frutta e verdura fossero estremamente fresche. 31
                In ogni caso la percezione dell’Italia cambiava molto quando l’osservatore
             britannico proveniva da una classe colta: questo rimaneva impressionato dalle
             tracce lasciate dal Rinascimento e in generale dalle bellezze artistiche e pae-
             saggistiche del Paese. In particolare gli ufficiali, durante i turni di riposo, erano
             alloggiati in un albergo sul lago di Garda, luogo che impressionò per la sua
             bellezza.
                In generale però i soldati di Sua Maestà, quando arrivarono in Italia, trova-
             rono una situazione che paragonata a quella del fronte occidentale era molto più
             distesa e che dava quasi l’impressione che non ci fosse un conflitto. Non stupisce
             infatti che molti comandanti britannici fossero ansiosi di tornare in Francia, dove
             secondo loro davvero si stavano decidendo le sorti del conflitto. 32
                A proposito di questo, cioè la volontà dei comandanti inglesi di tornare in
             Francia, i rapporti tra il comando britannico in Italia e il comando di Diaz, seb-
             bene sempre caratterizzati da cortesia, tornarono a essere tesi nel momento in cui
             il Comando Supremo italiano si rifiutò di ricominciare a seguire una strategia
             “cadorniana”.
                La Gran Bretagna riteneva il fronte italiano utile ai suoi fini solo se l’esercito
             italiano avesse continuato ad attaccare costantemente l’esercito austroungarico,
             in modo che questo non potesse inviare unità sul fronte occidentale e che allo
             stesso tempo la Germania fosse obbligata a rifornire costantemente la sua alleata
             in difficoltà. 33
                Il generale comandante del corpo di spedizione britannico, Sir Herbert Plu-
             mer, esercitò forti pressioni nei confronti del comando italiano perché riprendes-
             se subito un atteggiamento offensivo, anche se era consapevole dello stato non
             ottimale delle forze italiane. 34


             30  DILLoN JoHN, ‘allies are a Tiresome Lot’…, cit., pp. 68-72.
             31  Ibi, pp. 65-66.
             32  Cfr.: CaSSaR GEoRGE H., The Forgotten Front…, cit., p. 183.
             33  Cfr.: Lettera dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Wilson, al Capo di Stato Maggio-
                 re dell’Esercito Diaz, datata Londra, 01/03/’18 in I documenti diplomatici italiani, a cura
                 di aNCHIERI ETToRE, V, 1914-1918, vol. X, Istituto poligrafico dello Stato, Roma,
                 1985, p. 270.
             34  Cfr.: “Report by general plumer on the condition of the Italian army” inviato al C.I.G.S.
                 datata 20/01/’18, cfr.: TNa, Wo, Fondo 106, busta 810, fogli 2, 3 e TNa, CaB, Fondo
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