Page 310 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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310 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
D’altronde anche il Governo britannico, quando Diaz applicò una strategia
attendista, pensò di chiedere una quota di operai italiani come pagamento per
la permanenza delle sue unità in Italia. Lo stesso Lloyd George, e altri suoi
35
collaboratori, sosteneva che come combattenti gli italiani non erano gran che,
ma come operai lavoravano duro. E infatti molti italiani furono inviati sul fronte
occidentale come operai militarizzati. 36
Ma proprio perché gli italiani non attaccavano, come detto poco sopra, le di-
visioni britanniche iniziarono a ritirarsi già pochi mesi dopo il loro schieramento
in Italia. Già nel marzo ’18, due delle cinque divisioni erano rientrate in Francia
e con loro era rientrato anche lo stesso Plumer, contento di essere tornato al co-
mando della sua armata in Francia, dove riteneva di essere più utile alla causa
della Gran Bretagna.
Le tre divisioni rimaste in Italia furono poste sotto il comando del generale
Frederick Lambart, conte Cavan. Il generale proseguì la politica del suo pre-
decessore, mantenendo degli ottimi rapporti con gli italiani e cercando costan-
temente di trasmettere le conoscenze belliche acquisite sul fronte occidentale,
utilizzando gli stessi metodi usati da Plumer, cioè l’uso delle scuole miste e mo-
strando agli italiani le trincee e le disposizioni dell’artiglieria, cercando di non
dare l’impressione di volersi imporre sugli alleati. Va detto che questi metodi
funzionarono anche perché ci fu un intenso scambio di rapporti tra i comandi
italiani, in cui venivano descritte minuziosamente le tattiche e le organizzazioni
difensive britanniche. 37
I rapporti rimasero però tesi anche nel periodo successivo all’avvicendamen-
to dei comandi inglesi: esattamente come Plumer, Cavan insisteva sulla necessità
che gli italiani ricominciassero ad attaccare gli austroungarici. Ai rifiuti italiani,
spesso Cavan rispondeva minacciando un ritiro delle sue unità. D’altronde an-
che Cavan restava convinto della secondarietà del fronte italiano e anche per lui
il mantenimento delle unità britanniche in Italia aveva una sua utilità solo se si
fosse continuato ad attaccare, altrimenti sarebbe stato meglio schierarle nuova-
mente in Francia.
Il Comando Supremo italiano riuscì comunque a mantenere le tre divisioni
24, busta 40, cartella 57.
35 Cfr.: TNa, CaB, Fondo 23, busta 5, cartella 14.
36 per un approfondimento sulle T.a.I.F. cfr.: CaRaCCIoLo MaRIo, Le truppe italiane
in Francia (Il II° Corpo d’armata – Le T.a.I.F), Mondadori, Milano, pp. 235-257 e il più
recente HEYRIÈS HUBERT, Le truppe italiane all’estero, pp. 158-167 in LaBaNCa
NICoLa. (a cura di), Dizionario storico della prima guerra mondiale, Laterza, Roma-
Bari, 2014.
37 Cfr.: rapporto inviato dal capo ufficio di collegamento con l’armata inglese al comando
a
della 3 armata, datato 10/01/’18, in aUSSME, Fondo E1, busta 158, Note e Memorie
sulle truppe alleate, K, foglio 3.