Page 305 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             to  impose un forte cambiamento nei rapporti militari anglo-italiani. Com’è noto
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             il Regio Esercito, colpito con estrema durezza dall’attacco combinato austro-
             tedesco, fu obbligato a ritirarsi, abbandonando le posizioni che aveva raggiunto
             grazie alle precedenti offensive sull’Isonzo. La confusione che seguì la battaglia
             aveva dato l’impressione che tutto l’esercito italiano fosse stato sconfitto, e che
             gli italiano non avessero più alcuna possibilità di trattenere il nemico.
                Questa situazione convinse anche i più riottosi generali britannici della ne-
             cessità di inviare un consistente numero di divisioni in Italia. A seguito della
             richiesta italiana di aiuto, espressa dopo la rottura del fronte del Tolmino e suc-
             cessivamente formalizzata durante la conferenza di Peschiera, in pochi giorni
             giunsero in Italia settentrionale undici divisioni alleate, di queste ben 5 erano del
             British Army. 16
                 L’invio in Italia di queste unità, che a rigore di logica avrebbe dovuto permet-
             tere un avvicinamento tra alleati, in realtà aprì una prima fase di incomprensioni
             tra inglesi e italiani. Questi ultimi infatti immaginavano il pronto impegno di
             queste truppe lungo la nuova linea difensiva del Piave. Al contrario, rimasero
             molto delusi quando scoprirono che queste unità, fresche e ben equipaggiate,
             sarebbero rimaste dietro il fiume Mincio, nei pressi della città di Mantova. 17
                La scelta di schierare queste truppe così indietro rispetto la prima linea ri-
             spondeva a diverse considerazioni, non ultima la convinzione che gli italiani
             non sarebbero riusciti a trattenere gli austro-tedeschi lungo il Piave. C’era quindi
             la necessità di trovare una nuova linea di resistenza, che appunto i britannici
             ritennero di aver trovato lungo il Mincio. Gli ordini quindi impartiti da Londra
             al comandante britannico in Italia, Sir Herbert Plumer,  erano di preservare l’in-
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             15  La letteratura su Caporetto è sterminata, tra gli altri si consiglia: BaRBERo aLESSaN-
                 DRo, Caporetto, Laterza, Roma-Bari, 2017; FaDINI FRaNCESCo, Caporetto dalla
                 parte del vincitore: il generale otto von Below e il suo diario inedito, Mursia, Milano,
                 1992; KRaFF VoN DELLMENSINGEN KoNRaD, pIERopaN GIaNNI (a cura di),
                 1917 lo sfondamento dell’Isonzo, Mursia, Milano, 1981; LaBaNCa NICoLa, Capo-
                 retto. Storia e memoria di una disfatta, Il Mulino, Bologna, 2017; SILVESTRI MaRIo,
                 Caporetto. Una battaglia e un enigma, Rizzoli, Milano, 2003; IDEM, Isonzo 1917, Mon-
                 dadori, Milano, 1917.
             16  per uno studio approfondito dell’avvicinamento britannico al fronte italiano e delle ope-
                 razioni del British army in Italia, si rimanda a: GaBRIELE MaRIaNo, Gli alleati in
                 Italia durante la prima Guerra Mondiale (1917-1918), USSME, Roma, 2008; INNo-
                 CENTI GIaCoMo, La British army in Italia tra il 1917 e il 1919, «Nuova Rivista
                 Storica», vol. CI, (2017), n. 3, pp. 939-968.; IDEM, L’avvicinamento britannico al fronte
                 italiano durante il 1917, «Eunomia», vol. VI (2017), n. 2, pp. 305-326.
             17  EDMoNDS JaMES E., DaVIES HENRY R., History of the Great War – Military oper-
                 ations – Italy 1915-1919, Uckfield, The Naval &Military press Ltd, 2011.
             18  Su  plumer  cfr.:  poWELL  GoEFFREY,  plumer. The  Soldiers’  General,  pen&Sword,
                 Bransley, 1990.
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