Page 347 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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V SeSSione - ProSPettiVe del 1918. Alcune StrAtegie Politico diPlomAtiche  347


             come l’Italia, la cui capacità produttiva interna è intaccata dalle necessità del
             reclutamento e dell’industria di guerra e in cui la mobilitazione delle risorse
             coloniali è generalmente poco fruttuosa. Da questo punto di vista, l’istituzione
             della United States Food Administration (10 agosto1917), che nel periodo 1917-
             19 avrebbe garantito ai Paesi europei la fornitura di quasi 38.000.0000 di libbre
             di generi alimentari, costituisce un passaggio centrale. Grazie anche allo sforzo
             dell’Emergency Fleet Corporation (EFC), gli Stati Uniti sono inoltre gli unici
             in grado di garantire il mantenimento di un’adeguata capacità di trasporto italo-
             franco-britannica, compensando le perdite provocate dalla campagna sottomari-
             na tedesca nell’Atlantico e nel Mediterraneo e garantendo, in tal modo, l’opera-
             tività del sistema degli scambi interalleati. Il coinvolgimento delle risorse della
             società civile statunitense – dall’American Red Cross (ARC) alla Youth Men’s
             Christian Association (YMCA), passando per le varie espressioni della “religio-
             sità patriottica”  – avrebbe svolto anch’esso un ruolo importante, permettendo
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             a Washington di allestire un capillare servizio di assistenza sia a favore delle
             truppe, sia delle popolazioni civili. Questo servizio di assistenza avrebbe a suo
             volta agito sia come reticolo informativo e di propaganda, sia come strumento di
             costruzione dell’immagine degli Stati Uniti nel mondo, aggregando consenso in-
             torno alle loro politiche e alimentando un “mito wilsoniano” destinato a entrare
             in crisi solo con il procedere della conferenza di pace .
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                Quello che resta ancora in larga parte indefinito (almeno agli occhi dell’Eu-
             ropa) è il ruolo diplomatico che gli Stati Uniti si accingono ad assumere. Nono-
             stante la consapevolezza del peso che Washington avrebbe avuto nel definire i
             termini della pace futura e nonostante la chiarezza con cui il Presidente Wilson
             aveva esposto la sua ostilità alle prassi della ‘vecchia’ politica di Cancelleria,
             gli Stati Uniti restavano, per molti, un oggetto sconosciuto sul piano politico-
             diplomatico. Il loro status di Potenza associata – quindi non vincolata ai trattati
             siglati dagli alleati prima e durante il conflitto – non rendeva le cose più semplici.
             I pilastri dell’azione statunitense e il favore di Washington per una “new diplo-
             macay” peraltro ancora da definire nei suoi tratti concreti erano stati evidenzia-
             ti nei discorsi programmatici di Wilson del 1917-18: quello sulla “pace senza
             vittoria” (22 gennaio 1917); quello sul mondo “safe for democracy” (2 aprile



             7   Sulla religiosità patriottica statunitense cfr., per tutti, G.J. Heath (ed), american Churches
                 and the First World War, Eugene, oR, 2016; sul ruolo della YMCa nel quadro dello sforzo
                 bellico cfr. J.C. Copeland - Y. Xu (eds), The YMCa at War. Collaboration and Conflict during
                 the World War, Lanham, MD, 2018; sull’aRC cfr. J.F. Irwin, Making the World Safe. The
                 american Red Cross and a Nation’s Humanitarian awakening, New York, 2013.
             8   Sul caso italiano cfr. D. Rossini, Il mito americano nell’Italia della Grande Guerra, Roma-
                 Bari, 2000; cfr. ivi sugli strumenti e l’operato della “macchina propagandistica” statunitense
                 in Italia e sul ruolo in essa svolta dagli organismi di assistenza.
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