Page 348 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
P. 348

348                                             il 1918. la Vittoria e il Sacrificio


             1917) e – soprattutto – quello sui “Quattrodici punti” (8 gennaio 1918) . Allo
                                                                              9
             stesso modo, dopo l’entrata in guerra, l’amministrazione si era impegnata in un
             massiccio sforzo di studio e interpretazione dei problemi europei, volto a definire
             una piattaforma negoziale la più possibile solida e “scientifica” . L’impressione
                                                                     10
             era, tuttavia, quella di una impreparazione di fondo dell’amministrazione USA
             a “gestire la pace”, soprattutto nel quadro del più ampio confronto con la “tradi-
             zionale” diplomazia europea.

             I limiti dell’azione diplomatica
                Gli elementi di debolezza della posizione wilsoniana erano diversi. Nono-
             stante l’enfasi retorica (in parte ripresa dalle controparti europee), la piattafor-
             ma del Presidente non mancava di vaghezza, in particolare sui temi territoriali
             che, di contro, rappresentavano una delle priorità dei suoi interlocutori. Oltre
             a questo, il sostegno su cui il Presidente poteva contare sul fronte interno era
             limitato. Nonostante la mobilitazione e gli sforzi della propaganda, i sentimenti
             neutralisti restavano forti . Il fronte neutralista era ampio e comprendeva fem-
                                    11
             ministe, socialisti, congressmen progressisti ma anche gruppi di interesse eco-
             nomico, come gli agrari del Sud e parte della popolazione urbana del Midwest,
             dove si concentravano ampie fette di popolazione di origine tedesca. In ambito
             industriale, Henry Ford era un attivo sostenitore della neutralità; a livello poli-
             tico, una posizione simile era condivisa dall’ex Segretario di Stato, William J.
             Bryan, che proprio sul tema della neutralità aveva rassegnato le sue dimissio-
             ni, in disaccordo con la linea wilsoniana. In termini geografici, l’interventismo
             dominante nel nordest era sostanzialmente minoritario nel resto del Paese. Ciò
             giustifica anche le pressioni, alla fine del conflitto, per una rapida smobilitazione
             del dispositivo militare e del personale oltremare, nonostante le implicazioni che
             tale scelta avrebbe potuto avere su un sistema economico che, sostenuto in pre-
             cedenza dalle necessità belliche, già durante l’estate aveva cominciato a risentire
             dei primi tagli negli ordinativi.



             9   I testi completi dei discorsi citati sono in Selected addresses and public papers of Woodrow
                 Wilson. Edited with an Introduction by albert Bushnell Hart, New York, 1918.
             10  Sull’Inquiry e i suoi lavori cfr., per tutti, L.E. Gelfand. The Inquiry. american preparations
                 for peace, 1917-1919, New Haven, CT, 1963; sul modo in cui i lavori dell’Inquiry si vengono
                 a riflettere nella posizione statunitense alla conferenza della pace cfr. W.J. Reisser, The Black
                 Book. Woodrow Wilson’s Secret plan for peace, Lanham, MD et al., 2012; con un’attenzione
                 particolare alla dimensione italiana cfr. anche D. Rossini, L’america riscopre l’Italia. L’Inqui-
                 ry di Wilson e le origini della Questione adriatica 1917-1919, Roma, 1992.
             11  Sul perdurare dei sentimenti neutralisti nel periodo successivo alla dichiarazione di guerra
                 cfr., per tutti, H.C. peterson - G.C. Fite, opponents of War, 1917-1918, 2^ ed., Westport, CT,
                 1986; sulle più ampie dinamiche del fronte interno statunitense cfr. D.M. Kennedy, over
                 Here: The First World War and american Society, New York, 2004.
   343   344   345   346   347   348   349   350   351   352   353