Page 379 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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V SeSSione - ProSPettiVe del 1918. Alcune StrAtegie Politico diPlomAtiche  379



             La nozione di ordine internazionale rimanda al complesso degli accordi e regole
             che esprimono, in modo più o meno formalizzato, i termini della cooperazione
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             accettati dai principali attori di un dato sistema , ovvero i meccanismi di gover-
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             no operanti entro un gruppo di Stati come principi generale, norme e istituzioni .
             all’indomani della conclusione di una guerra “generale”, l’ordine internazionale
             si presenta come “nuovo”, in quanto scaturito dalla redistribuzione del potere e
             del prestigio internazionali e costituito su principi di legittimità diversi dai prece-
             denti, nonché massimamente “stabile”, per via dell’assenza di equivoci di sorta
             sulla realtà dei rapporti di forza tra vincitori e vinti.
                Sia la nozione di “nuovo”, che quella di “stabile”, pongono alcuni problemi
             rilevanti per la teoria delle Relazioni internazionali. In merito al primo, l’af-
             fermazione di un ordine internazionale che si vuole “nuovo”, per quanto possa
             determinare un mutamento sistemico o trarre legittimazione da fonti anche an-
             titetiche a quelle attive nella fase precedente, non cambia nella sostanza né il
             principio regolatore della struttura internazionale, che resta “anarchico”, né le
             sue due principali conseguenze, il principio dell’autodifesa che guida gli Stati e
             la possibilità della guerra che grava su tutte le loro relazioni, anche quelle ten-
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             denzialmente cooperative .
                L’anarchia  internazionale,  inoltre,  muta  anche  l’accezione  di  “stabilità”.
             Questa diventa l’elemento-chiave degli sforzi di quanti sono chiamati a riscri-
             vere l’ordine internazionale per evitare che, nel breve termine, scoppino nuove
             violenze tra gli Stati. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’aggettivo
             “stabile” non indica l’assenza o la diminuzione di conflitti nella dimensione in-
             ternazionale. Una robusta letteratura, infatti, considera la violenza come uno dei
             tanti aspetti – anche se meno nobile – che contraddistinguono la natura umana
             in maniera permanente e, di conseguenza, la guerra come una forma di violenza
             organizzata tra Stati resta una possibilità purtroppo ineliminabile e con cui dover
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             fare sempre i conti . piuttosto, il concetto di stabilità si riferisce alla capacità di
             un ordine internazionale di evitare lo scoppio di una nuova guerra “generale” e
             l’eliminazione dei suoi attori principali, nonché di garantire la preservazione dei
             suoi lineamenti essenziali .
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                 1989 (ed. or. 1981), pp. 42-43.
             12  CLEMENTI MaRCo, primi fra pari. Egemonia, guerra e ordine internazionale, il Mulino,
                 Bologna, 2011.
             13  IKENBERRY JoHN, after victory, Institutions, Strategic constraint and the rebuilding of
                 order after major wars, princeton University press, princeton, 2001.
             14  WaLTz KENNETH, Teoria della politica internazionale, il Mulino, Bologna, 1987 (ed. or,
                 1979), pp. 199-222.
             15  BULL HEDLEY, WaTSoN aDaM (a cura), L’espansione della società internazionale. L’Eu-
                 ropa e il mondo dalla fine del Medio evo ai tempi nostri, Jaca Book, Milano, 1994, p. 26.
             16  aNDREaTTa FILIppo, Configurazione polare e stabilità del sistema internazionale: un con-
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