Page 129 - Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione. Problematiche e prospettive - Atti 11-12 novembre 2019
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II Sessione - L’eredità della guerra 127
La legge passò alla Camera con l’esclusione delle prostitute e con una norma
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provvisoria che ne rinviava l’attuazione alla successiva legislatura. Il Senato però
non la discusse mai perché l’impresa fiumana provocò la fine anticipata della le-
gislatura e la decadenza di tutte le leggi ancora in itinere.
C’è da dubitare che la legge sarebbe stata approvata al Senato e comunque il
fatto stesso che la Camera l’aveva votata, ma procrastinandone l’attuazione, lascia
non poche perplessità.
In realtà, del voto alle donne non interessava molto a nessuno, ma in quel
1919 venne proposta come “spauracchio”. Non interessava ma se ne parlava, af-
ferma lo storico Giovanni Sabbatucci, che quegli anni li ha studiati a fondo.
Non trascuriamo il fatto che nel 1919 fu votata una nuova legge elettorale che
comportò un profondo cambiamento politico. Le leggi elettorali hanno una no-
tevole importanza nel determinare i cambi della politica, come abbiamo potuto
constatare in anni a noi vicini.
Il dispositivo elettorale condiziona il sistema politico. Fino al 1919 in Italia era
in vigore il sistema maggioritario, in base al quale 508 piccoli collegi elettorali
eleggevano un solo deputato.
Con la legge proporzionale del 1919, i collegi passarono a 50 e i precedenti
equilibri politici vennero improvvisamente meno.
Nel 1920 le donne sfiorarono la conquista almeno dell’elettorato amministra-
tivo. La legge elettorale amministrativa che concedeva l’elettorato alle donne passò
alla Camera il 19 settembre 1920, ma non riuscì a completare l’iter legislativo, an-
cora una volta per la fine della legislatura.
Donne e lavoro
La questione sociale si proiettò nel primo dopoguerra in un nuovo quadro in-
ternazionale. La nascita dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e
del Bureau International du Travail (BIT) nel 1919, segnò «il passaggio dal pau-
perismo ottocentesco, alla istituzionalizzazione di una nuova “cittadinanza” tran-
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snazionale dei lavoratori, sia uomini, sia donne». Si affermò il principio delle
otto ore di lavoro.
23 La XXVI legislatura.
24 CURLI, B., Dalla Grande Guerra alla Grande Crisi, in PESCAROLO, A., Il lavoro delle donne op.
cit., p. 215.