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126          Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione




                 In Italia si dichiararono a favore del voto alle donne i partiti di massa: socialista
              e cattolico. Il Partito Popolare di don Sturzo era infatti favorevole al suffragio
                                                                         21
              femminile, espressamente previsto nel programma del partito, anche se non
              scomparirono forti chiusure all’interno del variegato mondo cattolico.
                 Il suffragio femminile venne espressamente previsto per tutte le donne ven-
              tunenni dai fasci di combattimento. Il programma di San Sepolcro, presentato a
              Milano il 23 marzo 1919, lo annunciava infatti, in un contesto di suffragio uni-
              versale, detto in realtà integrale per distinguersi dagli altri programmi politici.
                 Nel 1919, mentre il Parlamento italiano si apprestava ad abrogare l’autorizza-
              zione maritale e ammettere le donne alle professioni di avvocato e procuratore
              legale e agli impieghi pubblici, sia pure con molti limiti, riconoscendo i cambia-
              menti che la guerra aveva indotto nella società e nei costumi, si avviava anche
              l’iter per la concessione del voto alle donne.
                 A larghissima maggioranza, la Camera, a marzo 1919, approvò l’ordine del
              giorno dell’avvocato socialista Adelmo Sichel, che impegnava il Governo a «com-
              pletare la capacità giuridica della donna» ammettendola anche «al diritto elettorale
              politico e amministrativo». Erano ormai decenni che le associazioni femminili re-
              clamavano questo diritto che è alla base della cittadinanza, e il momento storico
              sembrava favorevole.
                 Nel dibattito sul disegno di legge presentato dal governo presieduto da Nitti
              si discusse a lungo non sull’opportunità del voto alle donne, ma sulla convenienza
              di far votare le prostitute che, escluse dai diritti civili, difficilmente potevano aspi-
              rare a quelli politici. La proposta di legge sul voto alle donne fu letta in aula dal
              relatore Gasparotto il 30 luglio e fu votata a larghissima maggioranza il 19 set-
              tembre. In un colpo solo alle cittadine italiane veniva concesso l’elettorato attivo
              e passivo, amministrativo e politico. 22




                 Una raccolta delle sue battute e aforismi in The Wicked Wit of  Winston Churchill, Michael O’-
                 Mara Books.
              21  GAIOTTI DE BIASE, P. (a cura di), I cattolici e il voto alle donne. Società editrice internazionale,
                 Torino 1996, p. 12.
              22  ISASTIA, A. M., La battaglia per il voto nell’Italia liberale, in FERRARI OCCHIONERO, M. (a
                 cura di), Dal diritto di voto alla cittadinanza piena. Atti del Convegno nazionale 27-28 giugno 2006
                 organizzato dal Comitato Pari Opportunità. Casa editrice Università La Sapienza, Roma 2008,
                 p. 31-51.
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