Page 131 - Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione. Problematiche e prospettive - Atti 11-12 novembre 2019
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II Sessione - L’eredità della guerra                                  129




              condo la logica fatta prevalere dalle autorità la mancanza di lavoro, a quel punto,
              non era imputabile alla guerra e perciò i loro diritti si estinguevano. 26
                 In un contesto come questo, le Medaglie d’Oro e i miseri premi conferiti alle
              donne che si erano particolarmente distinte con il loro lavoro, al di là della reto-
              rica, avevano soprattutto il significato di dichiarare conclusa un’emergenza, ripri-
              stinare gli equilibri prebellici nelle relazioni fra i sessi, chiudere la parentesi:
              «mentre i reduci tornavano a casa, le loro mogli avrebbero dovuto tornare “in”
              casa». 27
                 Nel 1919, le aderenti al Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, provenienti
              dalla Croce Rossa, costituirono l’Associazione Nazionale Italiana tra le Infermiere
              (ANITI) allo scopo di incrementare l’assistenza, il mutuo soccorso in caso di ma-
              lattia e la previdenza fra le aderenti. Il sodalizio possedeva anche un proprio or-
              gano di stampa, il Bollettino d’Informazione. L’ANITI, avendo nello statuto le
              caratteristiche peculiari richieste, venne riconosciuta e affiliata al Consiglio Inter-
              nazionale delle Infermiere nel 1922. Poco dopo ne fu estromessa: l’avvento del
              fascismo le aveva tolto le caratteristiche di apoliticità, aconfessionalità e costitu-
              zione su base democratica, richieste per poter rimanere all’interno dell’organismo
              sovranazionale. 28
                 Il dopoguerra provocò anche una drastica riduzione del lavoro delle addette
              all’industria dell’abbigliamento, sarte, modiste, cravattaie, bretellaie che diedero
                                                              29
              vita a numerosi scioperi nelle maggiori città italiane reclamando un lavoro che
              non c’era più. I disagi del dopoguerra non colpirono solo gli uomini che torna-
              vano dal fronte o dalla prigionia ma, come è evidente, colpirono anche le lavora-
              trici che perdevano il lavoro o non volevano continuare a essere sfruttate. In
              questi anni nacquero periodici indirizzati alle impiegate, alle mondine, alle con-
              tadine con lo scopo di informare, difendere e rendere consapevoli.



              26  VACCARI, I., La donna nel ventennio fascista (1919-1943), in Donne e Resistenza in Emilia Romagna.
                 Vangelista, Milano 1978, p. 45.
              27  PALAZZI, M., Donne sole. Storia dell’altra faccia dell’Italia tra antico regime e società contemporanea.
                 Bruno Mondadori, Milano 1997, p. 422.
              28    MANZONI, E., Storia e filosofia dell’assistenza infermieristica. Masson, Milano 1996, p. 108.
              29  ROPA, R., VENTUROLI, C., Donne e lavoro: Una identità difficile. Lavoratrici in Emilia Romagna
                 (1860-1960). Compositori, Bologna 2010, p. 30.
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