Page 237 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
P. 237

Il Nucleo Speciale  di Polizia Giudiziaria di Torino


                                              cellula brigatista operante in Piemonte oppure di interrompere l’infiltrazione di Gi-
                                              rotto per non esporlo al concreto rischio di dover partecipare ad azioni criminose,
                                              anche gravi, alle quali prima o poi sarebbe stato certamente sottoposto quale prova
                                              definitiva di fedeltà alla causa.
                                              Si studiò, inoltre, nei minimi dettagli la fase operativa dell’ingaggio dell’autovettura a
                                              bordo della quale avrebbero viaggiato i brigatisti, al successivo pedinamento e all’ar-
                                              resto che sarebbe dovuto apparire del tutto occasionale per non «bruciare» l’infiltrato,
                                              qualora si fosse deciso di proseguire con l’attività «sotto copertura». Dopo lungo e
                                              approfondito confronto, fu deciso di procedere al terzo incontro tra Girotto e i ter-
                                              roristi, ma alla sola condizione che egli trovasse il modo di non accettare l’eventuale
                                              proposta di commettere o anche soltanto prendere parte ad azioni criminose e che
                                              trovasse il modo di comunicare agli operanti il via libera all’azione. Si trattò di una
                                              decisione assai sofferta perché si stava rinunciando alla possibilità di acquisire ulteriori   233
                                              elementi informativi di grande importanza circa la struttura organizzativa delle Bri-
                                              gate Rosse, ma allo stesso tempo fu anche una valutazione di grande responsabilità
                                              perché occorreva preservare l’integrità morale e fisica di Silvano Girotto. Anni dopo,
                                              lo stesso «Frate Mitra» riferirà che tale scelta fu determinata dal fatto che, a quel
                                              punto, egli rischiava di commettere dei reati e che aveva preavvisato i Carabinieri del
                Il Generale dalla Chiesa con il Co-  fatto che oramai vedeva maturare la possibilità di essere arruolato dalle BR le quali,
                lonnello Giuseppe Franciosa. Foto   da un giorno all’altro, gli avrebbero chiesto di entrare in clandestinità e di far parte
                Archivio Secolo XIX
                                              appieno dell’organizzazione terroristica. Ipotizzò che avrebbero potuto mettergli in
                                              mano una pistola che avrebbe, comunque, dovuto impugnare, ma – precisa nel corso
                                              dell’audizione – che non avrebbe mai fatto del male a nessuno e che, se avessero spa-
                                              rato, lo avrebbe fatto in direzione diversa dal potenziale obiettivo. Alla domanda di
                                              cosa avrebbe dovuto fare nel caso in cui gli avessero chiesto di entrare in clandestinità
                                              e di entrare a tutti gli effetti in servizio per conto delle BR, il Cap. Pignero gli avrebbe
                                              risposto, dopo averne parlato con il Gen. dalla Chiesa, che preferivano che egli non
                                              continuasse quell’attività in quanto avrebbe finito per «inguaiarsi».
                                              Per esorcizzare la palpabile tensione della vigilia di un’azione assai rischiosa, su ini-
                                              ziativa del Gen. dalla Chiesa, tutti i Componenti del Nucleo Speciale si recarono a
                                              mangiare una pizza «propiziatrice», come la definì il Tenente Colonnello Giuseppe
                                              Franciosa, primo Comandante del Reparto. Al termine della frugale riunione con-
                                              viviale, il Generale non mancò di augurare a tutti buona fortuna, con voce piuttosto
                                              grave ma, come al solito, rassicurante. Il Cap. Seno racconta anche che, durante il
                                              tragitto a piedi dalla Caserma Cernaia di Torino, ove erano ubicati i loro uffici, alla
                                              pizzeria, il Ten. Col. Franciosa entrò in un negozio di calzature e comprò un paio di
                                              scarpe, dicendo testualmente: «Domani è un giorno importante e qualcosa di nuovo
                                              serve per caratterizzarlo anche dal punto di vista personale». Gli Ufficiali presenti
                                              abbozzarono un sorriso, ma percepirono distintamente che anche quel gesto aveva un
                                              valore propiziatorio per il buon esito dell’attività programmata per il giorno seguente.



                                              4.  L’ARRESTO DI RENATO CURCIO E ALBERTO FRANCESCHINI


                                              Giunse così l’8 settembre 1974, il giorno tanto atteso. Era domenica, il cielo era limpido,
                                              l’aria tersa e calda. Tutti gli operanti si ritrovarono in ufficio per riepilogare le varie fasi
                                              e i ruoli di ciascun equipaggio e, dopo un corroborante caffè alla buvette della caserma,
                                              lasciarono la Cernaia alla volta di Pinerolo. Raggiunta la rispettiva posizione, ciascuna
                                              Squadra rimase in silenzio radio in attesa dell’ordine di avvio dell’operazione. In lontananza
                                              si udivano, di tanto in tanto, colpi di fucile sparati dai cacciatori che scorrazzavano nelle
                                              campagne circostanti, eccitati dal primo giorno di caccia stagionale. Intorno alle 10:30,
                                              attraverso un segnale convenuto, un cenno col capo a uno dei Carabinieri del Nucleo, da
   232   233   234   235   236   237   238   239   240   241   242