Page 240 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo



                                              Dottor Caselli, ma proseguì la sua vita in modo apparentemente tranquillo. Inizial-
                                              mente si recò negli Emirati Arabi da dove, una volta licenziato in tronco dalla sua
                                              ditta che aveva saputo della sua vicenda con le BR, si recò a Parigi, ben sapendo di
                                              non poter tornare in Italia. Venuto a conoscenza che era in atto il processo alle BR
                                              a Torino, telefonò ai Carabinieri di via Cernaia chiedendo di parlare con il Cap.
                                              Pignero il quale lo invitò a rientrare in Italia per testimoniare al processo. Cosa che
                                              effettivamente fece, atterrando all’aeroporto di Torino Caselle ove lo accolsero i
                                              Carabinieri del Cap. Sechi. Girotto ricorda distintamente che i militari gli dissero
                                              che il Dott. Caselli lo salutava e lo ringraziava per la sua scelta coraggiosa.
                                              In ogni caso, l’arresto dei due capi storici delle BR rappresentò il successo più im-
                                              portante nella breve storia del Nucleo Speciale di Polizia Giudiziaria e segnò una
                                              tappa fondamentale nella lotta al terrorismo, nella considerazione che incrinò il mito
       236                                    di invincibilità che le Brigate Rosse avevano suscitato nell’opinione pubblica e negli

                                              organi di stampa. Grande merito dell’operazione è attribuibile a Silvano Girotto, il
                                              quale diede un contributo determinante alla sua riuscita, rassicurato dall’aderente
                                              copertura offertagli dai Carabinieri del Nucleo Speciale durante gli incontri con i
                                              brigatisti. Tutti i militari che avevano operato ricevettero una telefonata di congra-
                                              tulazioni da parte del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale
                                              Enrico Mino.



                                              5.  IL SACRIFICIO DI FELICE MARITANO

                                              Intanto, al vertice delle Brigate Rosse si profilava un capo «facente funzione» e che
                                              tanto tristemente inciderà sulle future strategie dell’organizzazione, Mario Moretti,
                                              proprio il brigatista sfuggito al blitz di Pinerolo. Con lui, gli atti di violenza comin-
                                              ciarono a crescere esponenzialmente.
                                              Dopo alcune settimane dall’arresto di Curcio e Franceschini, nel mese di ottobre del
                                              1974, a seguito dell’incrocio di dati catastali e anagrafici  con la documentazione
                                                                                                   22
                                              rinvenuta a Pianello Val Tidone, nella prima decade del mese di ottobre 1974, i Cara-
                                              binieri del Nucleo Speciale individuarono un appartamento a Robbiano di Mediglia
                                              (MI), utilizzato da elementi sospettati di essere brigatisti. Penetrati all’interno della
                                              abitazione, i militari operanti si resero subito conto che si trattava di un covo «caldo»
                                              delle BR, in quanto rinvennero copiosa documentazione dell’organizzazione, tra cui
                                              un archivio con diverse «controinchieste» elaborate su eventi accaduti e «inchieste»
                                              nei confronti di soggetti di loro interesse. Vi erano armi, munizioni, volantini inerenti
                                              il sequestro Sossi e molti ritagli di giornale riportanti i nomi di magistrati e operatori
                                              di polizia, tra cui anche quelli di alcuni componenti del Nucleo Speciale del Gen.
                                              dalla Chiesa. Si decise di presidiare dall’interno il covo, nel tentativo di sorprendere
                                              gli occupanti di rientro, organizzando turni che coprivano le 24 ore.



                                              22  Tra le varie carte sequestrate nella base di Pianello Val Tidone (PC) figuravano documenti
                                              relativi all’affitto di un alloggio sito in Milano, in via Manfredini 4, da parte di tale Corradi
                                              Enrico. Il 2 ottobre 1974 la locatrice dell’alloggio di via Manfredini riconosceva, tra alcune foto
                                              di sospetti appartenenti alle BR mostratele dai Carabinieri del Nucleo Speciale di Polizia Giudi-
                                              ziaria, quella corrispondente a Pietro Bertolazzi. Successivamente, gli stessi Carabinieri avevano
                                              notizia che all’indirizzo di via Manfredini era pervenuta all’inizio di ottobre una raccomandata
                                              per certo Castelli Giacomo, che non era stata recapitata per irreperibilità del destinatario. La
                                              lettera veniva sequestrata e si poteva accertare che conteneva la convocazione per un’assemblea
                                              condominiale di Castelli Giacomo, proprietario di un alloggio sito in Robbiano di Mediglia, via
                                              Amendola 12/14. Poiché emergevano immediati sospetti che l’appartamento di Robbiano fosse
                                              stato acquistato sotto falso nome e costituisse un covo delle BR, il Giudice Istruttore emetteva
                                              decreto di perquisizione.
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