Page 241 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il Nucleo Speciale  di Polizia Giudiziaria di Torino


                                              L’iniziativa ebbe successo in quanto, nell’arco di due giorni, furono arrestati i brigatisti
                                              Pietro Bassi e Pietro Bertolazzi che, in momenti diversi, avevano fatto accesso all’ap-
                                              partamento ignari di chi li stesse aspettando. Non andò così per un terzo terrorista,
                                              Roberto Ognibene, il quale forse insospettito dal mancato contatto da parte degli
                                              altri due, si avvicinò al covo con fare circospetto, riuscendo comunque a fuggire non
                                              appena gli fu intimato l’alt dai Carabinieri presenti. Nel corso dell’inseguimento,
                                              Ognibene non esitò a far fuoco sui militari, attingendo mortalmente il valoroso Ma-
                                              resciallo Felice Maritano  con due colpi al torace. Anche il brigatista rimase ferito
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                                              dalla reazione armata dei Carabinieri, tuttavia riuscì a salvarsi.
                                              Il tragico epilogo avvenuto all’alba del 15 ottobre 1974, scosse profondamente il
                                              Personale del Nucleo Speciale che, sino a quel momento, non era mai incorso in
                                              importanti avversità operative, suscitando rabbia e dolore in tutto il Paese ma, so-
                                              prattutto, tra la gente di Genova Rivarolo, ove il Mar. Maritano aveva comandato   237
                Il Maresciallo Maggiore M.O.V.M.
                Felice Maritano. Foto Archivio Co-  la locale Stazione Carabinieri e si era fatto apprezzare per la grande umanità, la sua
                mando Generale dell’Arma dei Ca-  generosità e le sue immense capacità professionali. A parte tutte le manifestazioni
                rabinieri - Ufficio Storico   ufficiali di cordoglio, giunsero al Comando Generale numerose testimonianze di
                                              solidarietà e di fiducia.
                                              Ciò nonostante, il clima di tensione non si allentò neppure durante i funerali dell’e-
                                              roico Sottufficiale. La notte precedente furono registrate varie telefonate anonime che
                                              annunciavano nuove azioni durante il rito funebre e furono lasciate scritte minacciose
                                              sui muri della chiesa e delle vie adiacenti. In risposta a tanta dimostrazione di odio,
                                              all’uscita del feretro dalla chiesa tutte le sirene del porto suonarono all’unisono. Lo
                                              Stato fu presente ai massimi livelli istituzionali, con Sandro Pertini, Presidente della
                                              Camera dei Deputati, e Paolo Emilio Taviani, Ministro dell’Interno. Felice Marita-
                                              no fu sepolto a Genova Rivarolo, tra la sua gente che lo ha sempre ricordato per le
                                              sue impareggiabili qualità di Comandante della Stazione Carabinieri e per la sua
                                              particolare prossimità alle categorie più vulnerabili. All’eroico Maresciallo Maritano
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                                              fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria .


                                              23  «[…] la figura di Maritano è simbolica nel panorama del dopoguerra italiano. È una delle
                                              prime vittime di quel conflitto strisciante che fu il terrorismo degli anni Settanta.
                                              Un destino beffardo il suo, sopravvivere al fronte e perire per un colpo di rivoltella sui gradini di
                                              un condominio. Maritano aveva combattuto in Grecia, in Albania, in Francia, nel Mediterra-
                                              neo, prendendosi una medaglia al valor militare, per poi finire internato in Germania dopo l’8
                                              settembre 1943. Una vita sempre a rasentare il rischio, in bilico sullo strapiombo, in arrampicata
                                              libera sul sesto grado della sorte. Per uno che aveva affrontato le cannonate, una scrivania e una
                                              divisa piena di medaglie da mostrare al Rotary non sarebbero mai bastate […]
                                              Maritano era un uomo d’azione allergico alle chiacchiere dei circoli o alle parate. E quando il
                                              generale Carlo Alberto dalla Chiesa costituì il Nucleo speciale antiterrorismo, il maresciallo colse
                                              subito l’occasione per imboccare la via di fuga da ruoli che non sentiva suoi.
                                              Dalla Chiesa aveva fiuto e scelse bene. Maritano si rivelò subito determinante. Il primo successo
                                              che lo vide fra i protagonisti fu la cattura a Pinerolo di due capi storici delle Brigate rosse: Renato
                                              Curcio e Alberto Franceschini. La data è significativa: l’8 settembre 1974, trentun anni dopo la
                                              disfatta di quell’esercito che lui aveva fedelmente servito.
                                              Maritano ha cinquantacinque anni, è nel pieno della maturità ed è già maresciallo maggiore, oltre
                                              che esperto investigatore. Con il gruppo di dalla Chiesa si mette a studiare le carte sequestrate
                                              nel covo piemontese, inconsapevole che lì, fra le righe, è scritta l’ultima tappa del suo cammino.
                                              Tra i documenti scova un indirizzo: Robbiano di Mediglia, periferia milanese popolata da operai
                                              e impiegati, tra palazzoni di edilizia popolare e piccoli nuclei residenziali. I brigatisti vi hanno
                                              insediato un covo ben mimetizzato nella quotidianità operosa della Bassa meneghina», Carabinieri
                                              per la democrazia, cit.
                                              24  Motivazione della M.O.V.M: «Già più volte decorato al valor militare e dieci volte solennemente
                                              encomiato per brillanti e rischiose operazioni di polizia giudiziaria, chiamato – su sua reiterata
                                              richiesta – a far parte di un nucleo speciale di Polizia Giudiziaria per la lotta contro il terrorismo,
                                              si distingueva – per intelligente capacità professionale e per coraggiosa dedizione al dovere – in
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