Page 239 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il Nucleo Speciale di Polizia Giudiziaria di Torino
nulla. Una volta condotti nella caserma della Compagnia Carabinieri di Torino Fal-
chera, i due furono identificati in Renato Curcio (conducente) e Alberto Franceschini
(passeggero), tratti in arresto e subito interrogati dal Sostituto Procuratore Generale,
Bruno Caccia, e dal Giudice Istruttore, Giancarlo Caselli. La prima generazione dei
leader delle Brigate Rosse era finita in manette.
Silvano Girotto racconterà poi, durante la nota audizione innanzi alla Commissione
Parlamentare di inchiesta sul terrorismo in Italia e sulla mancata individuazione
dei responsabili delle stragi, che ebbe, dopo la cattura di Curcio e Franceschini, un
ultimo contatto con il Dottor Levati, previa una comunicazione telefonica nel corso
della quale richiese al medico fiancheggiatore, particolarmente spaventato, di po-
terlo incontrare. Quest’ultimo durante l’incontro, durato pochi minuti, riferì che i
brigatisti ritenevano che fosse stato lui a tradire i due latitanti arrestati. Alla richiesta
del Levati se fosse vera tale versione, Girotto rispose affermativamente chiedendo a 235
sua volta spiegazioni su come fossero così sicuri di ciò, atteso che non avevano avuto
possibilità di parlare con Curcio e Franceschini. Levati gli rispose che lui stesso, la
sera del 7 settembre (vigilia dell’arresto) aveva ricevuto una telefonata anonima che
lo informava che l’indomani Curcio sarebbe stato arrestato a Pinerolo, chiedendogli
di informare il diretto interessato del rischio che avrebbe corso. Il medico aggiunse di
aver informato subito i compagni, senza specificare chi. L’autore di questa delazione
che avrebbe potuto mettere a rischio l’intera operazione nonché l’incolumità degli
operanti resterà un mistero.
Silvano Girotto, una volta resa pubblica la sua collaborazione con il Nucleo Speciale
del Generale dalla Chiesa, fu sottoposto a una deposizione a futura memoria dal
Il Generale di Brigata Carlo Al-
berto dalla Chiesa e il Colonnello
Giuseppe Franciosa. Foto Archivio
Comando Generale dell’Arma dei
Carabinieri - Ufficio Storico